Telefoni ancora isolati a Schiavi.

Francesco Bottone
21/11/2005
Territorio
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SCHIAVI DI ABRUZZO - Quasi un intero paese isolato telefonicamente ormai da circa settantadue ore, è questa l'incredibile realtà che si registra a Schiavi d'Abruzzo. Probabilmente a causa dei lampi abbattutisi sul territorio del comune, nel corso di un violento temporale nella notte di martedì scorso, è saltata la linea telefonica e per la quasi totalità delle utenze, soprattutto nelle numerose frazioni, è tuttora impossibile usare il telefono di rete fissa. Sin dalle prime ore dopo l'interruzione della linea sono piovute le segnalazioni dei guasti alla Telecom, ma gli operai sono stati inviati con ritardo e le riparazioni procedono con una lentezza estenuante. Chiamando il numero 187 della Telecom, per segnalare il guasto, bisogna rimanere in attesa per diversi minuti, se poi si è fortunati e non cade la linea, l'operatore risponde che non può fare nulla e che invieranno al più presto qualcuno a ripristinare la linea. ''Al più presto'', sono passati già tre giorni e tre notti. Inoltre, nell'attesa di parlare, peraltro inutilmente, con gli operatori, un disco annuncia, testualmente: ''abbiamo ragione di ritenere che il primo operatore libero risponderà''. Abbiamo ragione di ritenere? Che significa, che potrebbe addirittura non rispondere nessuno? Mah. La situazione comunque è ancora grave, con numerosissime utenze ancora isolate. Si tratta per la maggior parte di persone anziane e sole, per le quali il telefono è assolutamente indispensabile, per qualsiasi evenienza. Per due giorni l'ufficio postale è stato paralizzato a causa dell'impossibilità delle connessioni via modem, e la farmacia comunale solo da qualche ora ha riavuto la linea, con tutto ciò che ha significato questo disguido. Anche alcuni operatori commerciali, come i ristoranti, stanno subendo danni economici a causa dell'impossibilità di ricevere prenotazioni telefoniche. Una prova eclatante di inefficienza da parte della Telecom, e già in paese qualcuno minaccia di non pagare le prossime bollette come segno di protesta.

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