VICENDA SABAM

Le precisazioni del Comune di San Salvo

Ufficio Stampa Comune di San Salvo
30/03/2010
Attualità
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In relazione all’ultima sentenza si ritiene che gli interventi dei partiti di opposizione sulle vicende che attengono i rapporti tra il Comune di San Salvo e la società SABAM dovrebbero essere più attenti e ponderati. La controversia tra il Comune di San Salvo e la SABAM dura da oltre 25 anni. La storia dello sviluppo di parte importante del territorio di San Salvo ed in particolare della marina, passa attraverso il confronto e lo scontro con la società SABAM. Il Comune di San Salvo negli anni scorsi è rientrato in possesso dei terreni gestiti da SABAM sui quali è stato realizzato il porto turistico, di quelli sui quali dovrà essere realizzato il centro di talassoterapia e di tutti i terreni di località prato. Complessivamente si è rientrati in possesso di oltre ventuno ettari di terreno tutti di elevato valore economico. L’altra controversia relativa agli espropri dei terreni sui quali sono stati realizzati gli impianti sportivi alla marina si è incanalata nel verso giusto. Dopo una serie di situazioni negative, si è riusciti a fare intervenire il ministero dell’economia difeso dall’avvocatura dello Stato ottenendo dalla Corte D’Appello dell’Aquila la sospensione dell’esecuzione di tutte le sentenze di condanna del Comune di San Salvo. Si sono quindi iniziate le procedure per recuperare le somme che si ritiene non spettassero alla SABAM. Per ciò che riguarda la sentenza relativa al diniego sulla proposta di progetto di comparto unitario ad iniziativa privata occorre dare alcune informazioni ovviamente nell’assoluto rispetto della sentenza stessa. L’avvocato di parte ha comunicato che il Consiglio di Stato ha ritenuto, con una decisione sorprendente e assunta per la prima volta non essendo rintracciabile alcun precedente giurisprudenziale sul punto, che fosse applicato il termine dimezzato previsto dall’art. 23 bis e ciò sulla base di un’eccezione formulata in fase di appello della difesa della SABAM benché l’applicabilità di tale accelerato procedimento giurisprudenziale non si fosse mai posta nelle precedenti fasi di giudizio. Da un punto di vista sostanziale l’amministrazione ritiene di aver fatto ciò che la legge prevede ed impone. In ordine ai supposti danni ad oggi non vi è un euro da pagare, in ogni caso, se se ne dovessero verificare le condizioni, l’amministrazione saprà, come sempre, difendere gli interessi dei propri cittadini.

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