De Fanis: "La chiusura del punto nascita ad Agnone rappresenta un problema in più per i residenti nell'Alto Vastese"

Il commento a caldo del consigliere regionale di Montazzoli

Francesco Bottone
14/04/2010
Attualità
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AGNONE - "Sarebbe un vero peccato se dovesse davvero chiudere, come mi pare di aver capito, il punto nascita dell’ospedale di Agnone". Non nasconde tutta la sua amarezza il consigliere regionale abruzzese Gigi De Fanis (PdL), originario di Montazzoli, nell’Alto Vastese, alla notizia della ormai più che probabile soppressione del punto nascita dell'ospedale ’Caracciolo’. Il nosocomio molisano è sotto la mannaia dei tagli alla sanità voluti dal governatore Iorio. Il primo a saltare sarà il punto nascita. Verrà meno, così, un servizio di vitale importanza per le popolazioni dell'Alto Vastese che hanno come riferimento l'ospedale di Agnone. L’esponente politico di centrodestra, che è anche edico e conosce a fondo, perché vive nell’entroterra vastese, i disagi delle zone montane, si dice preoccupato per le conseguenze che questa scelta potrebbe avere. "Il punto nascita di Agnone ha un’importanza strategica, direi quasi vitale, per i residenti nei comuni dell’entroterra montano. - continua il consigliere De Fanis - Penso alle donne, alle mamme di Montazzoli, di Torrebruna, Castiglione Messer Marino, Schiavi di Abruzzo, nell’Alto Vastese, ma anche della zona del Sangro, Rosello, Borrello, e via elencando, visto che né a Castel di Sangro, né ad Atessa ci sono più reparti di maternità. Non voglio intromettermi, da politico, nelle questioni della Regione Molise, ma se questa decisione diventasse realtà la vita nell’entroterra montano sarebbe ancor più difficile e disagevole per le giovani coppie che hanno scelto coraggiosamente di vivere nei piccoli centri". Francesco Bottone

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