Bracconaggio, sequestrata un'altra gabbia a Vasto

In azione la Polizia provinciale e le guardie volontarie dell'ArciCaccia

Francesco Bottone
31/07/2010
Attualità
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VASTO - Un'altra gabbia da bracconaggio sequestrata dalla Polizia provinciale, in stretta collaborazione con i volontari dell'ArciCaccia, sul territorio di Vasto. Continua senza sosta l'operazione antibracconaggio, grazie all'impegno dell'ArciCaccia e del presidente Pessolano e all'attività repressiva della Polizia provinciale. L'ultima gabbia, per la cattura di cinghiali, è stata sequestrata nella giorna di ieri in località San Lorenzo. "Ne manca ancora qualcuna all'appello, ma il cerchio si è ormai stretto e forse prenderemo anche gli artefici", commenta a caldo Angelo Pessolano, presidente dell'ArciCaccia provinciale. Nelle scorse settimane altre gabbie per la cattura di ungulati erano state sequestrate all'interno della riserva di Punta Aderci. "Vorrei far passare l'importanza dell'azione anti bracconaggio che si è svolta e si continua a svolgere all'interno della riserva. - aggiunge Pessolano - Tutto è scaturito dalla continua aggressione alla specie cinghiale che giorno dopo giorno si protrae all'interno della riserva di Punta Aderci e Don Venanzio. Per la prima volta si è riusciti a creare un coordinamento tra guardie ittico-venatorie, guardie del WWf e Giacche verdi e gestori della riserva che ha dato e continuerà a dare i suoi frutti. Un particolare ringraziamento deve andare sicuramente alle guardie volontarie, che si stanno impegnando giornalmente per fermare questa piaga e al corpo della Polizia provinciale che anche con la scarsa consistenza numerica e la grande mole di lavoro che affronta giornalmente, è parte fondamentale dell'operazione anti bracconaggio. I bracconieri, chiunque essi siano, sono avvisati". Tra l'altro il presidente dell'Atc Vastese, Donato D'angelo, ha annunciato che, come già fatto per il caso di tre bracconieri molisani beccati dai Carabinieri, l'ambito si costituirà come parte lesa nei confronti dei bracconieri di Vasto. Così, oltre alla condanna penale, questi individui dediti al bracconaggio saranno esposti anche al rischio concreto di un pesante risarcimento in denaro.

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