Culle vuote, i centri montani verso l'estinzione

Schiavi e Torrebruna tra i cinque comuni in Italia con il minore tasso di natalità

Francesco Bottone
25/09/2010
Attualità
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Schiavi di Abruzzo e Torrebruna, nell’Alto Vastese, tra i cinque comuni in Italia con il minor tasso di natalità. Un altro primato davvero poco invidiabile per i due centri montani, ad ulteriore dimostrazione di come sia realistico l’allarme spopolamento lanciato nei mesi scorsi dalla Caritas diocesana di Trivento. La popolazione residente nei piccoli Comuni italiani è tendenzialmente più anziana della popolazione italiana. È uno dei dati emersi dalla seconda edizione dell’Atlante delle piccole realtà municipali realizzato da Anci-Cittalia, presentato ieri alla decima conferenza nazionale dei piccoli Comuni in corso a Riccione. Il tasso di natalità dei piccoli Comuni (8,78) è mediamente più basso sia rispetto ai Comuni con oltre 5mila abitanti (9,56) sia alla media italiana (9,43). Inoltre, tale tasso cresce all’aumentare della dimensione demografica dei piccoli Comuni. È nei piccoli Comuni del centro nord che si evidenziano i tassi di natalità più elevati, soprattutto in quelli del Trentino Alto Adige, della Lombardia, del Piemonte, della Valle d’Aosta e, più limitatamente, di Emilia Romagna, Toscana e Marche. Menarola in provincia di Sondrio con il 69,77 risulta il piccolo Comune a maggiore tasso di natalità seguito da tre Comuni piemontesi: Moncenisio (47,62), Salza di Pinerolo (36,59) e Roascio (35,71). Andando verso il fondo della classifica, sui valori negativi, nel 2009 sono stati oltre 173 i piccoli Comuni in cui non si sono registrate nascite, mentre le cinque realtà territoriali in cui si rileva il tasso di natalità più basso sono state nell’ordine: San Bellino, in provincia di Rovigo, con l’0,83; Gorgoglione , in provincia di Matera, con l’ 0,94; Schiavi di Abruzzo e Torrebruna in provincia di Chieti rispettivamente con l’0,98 e l’1,01, e il biellese Roppolo con l’1,08. Quanto, invece, ai minorenni residenti nei piccoli Comuni essi rappresentano il 16,2% della popolazione, a fronte del 16,99% del dato medio nazionale e del 17,14% dei Comuni di maggiori dimensioni. All’opposto, gli over 65 che vivono nei piccoli Comuni rappresentano il 21,66% dei residenti, mentre sono il 19,8% nei Comuni maggiori e il 20,10% a livello nazionale. Numeri che non dicono nulla di nuovo, ma che semplicemente fotografano la realtà dell’entroterra Vastese: un intero territorio che si sta trasformando inesorabilmente in una landa desolata e spopolata. Le culle restano vuote, i venditori di bare fanno affari d’oro, merito anche delle illuminate e lungimiranti strategie politiche degli amministratori di zona. La Caritas di Trivento ha lanciato, o meglio rilanciato l’allarme spopolamento, ma i sindaci, come al solito, se ne fregano, troppo impegnati a cercare di restare incollati alle proprie poltrone, a mantenere in piedi le piccole rendite di potere di cui godono da decenni. I numeri delle classifiche, sempre negativi, bocciano questi amministratori ancora una volta. La fine è ormai prossima, ma come sempre qualcuno continua a negare la drammatica evidenza.

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