CASTELGUIDONE - Da diversi anni è una delle attaccanti più stimate e prolifiche della serie A. Daniela Sabatino è originaria di Castelguidone, paese dell’alto vastese confinante con i territori di Trivento e Roccavivara ed è nata ad Agnone. Per inseguire un sogno, si è trasferita al nord dove ha trovato la sua definitiva consacrazione nel mondo del calcio femminile. Dopo quattro stagioni nella Reggiana (con cui ha vinto anche una coppa Italia), Daniela Sabatino è passata nelle file del Brescia. Nelle prime due giornate non è andata in gol, ma alla terza (sabato scorso contro le piemontesi del Chiasellis) si è sbloccata realizzando un’importante doppietta. Prima un morbido pallonetto, poi un destro al volo: reti che hanno lanciato le lombarde verso la vittoria, 3-1. “Dopo quattro anni a Reggio – racconta - volevo cambiare aria, senza allontanarmi dalla provincia di Mantova dove vivo e lavoro. E’ arrivata l’offerta del Brescia e l’ho presa al volo. La squadra è giovane, con molte novità oltre me, ma siamo un bel gruppo. Nessun traguardo ci è precluso”. Segna valanghe di gol, ma il ct della nazionale Pietro Ghedin la ignora quando si tratta di diramare le convocazioni per le partite delle azzurre. “Ormai non ci penso nemmeno. L’importante è arrivare più in alto con la squadra di club. Poi sono ancora giovane, magari cambierà idea...” O forse si tratta solo di aspettare che cambi... l’allenatore. Intanto Daniela continua la sua vita di sempre. La mattina gira nei centri commerciali del mantovano per lavoro (fa la rilevatrice dei prezzi), nel tardo pomeriggio prende l’auto e va a Brescia per allenarsi. “Non mi pesa: quando c’è la passione, c’è tutto. D’altronde nel calcio femminile non si guadagnano grandi cifre”. La carriera – A soli 14 anni il debutto in serie B con il Campobasso. Impiega poco tempo per mettersi in luce, passa in serie A all’Ascoli. Poi va al Casalnuovo, per poi tornare in Molise dove vince un campionato di B con l’Isernia. Poi l’approdo alla Monti del Matese, dove si lancia definitivamente con due promozioni di fila che portano le bojanesi in serie A. Sarebbe l’occasione giusta per debuttare nella massima serie, ma nell’estate il rapporto con la società s’incrina. Per svincolarsi, deve andare a giocare addirittura in Svizzera. L’avventura a Reggio Emilia è quella che dura di più e che le regala il trionfo in coppa: la finale è contro la Torres della ‘mitica’ Patrizia Panico, la Sabatino segna il gol del vantaggio provvisorio. Le sarde pareggiano, si va ai rigori. Le più precise dal dischetto sono le emiliane, la coppa è loro. Il resto è storia recente.