''Il giornale della Frentania''.

Francesco Bottone
15/02/2006
Territorio
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''Questa rivista nasce dall'idea di aprire un osservatorio costante su una zona storicamente importante dell'Abruzzo, come la Frentania''. Inizia così l'editoriale firmato da Filippo Marfisi sul primo numero de ''Il giornale della Frentania'', un nuovo mensile di cronaca, attualità, cultura e sport che proprio in questi giorni è stato spedito direttamente nelle case dei cittadini. Un'agile veste grafica e numerose firme, molte già note, del giornalismo abruzzese che dovrebbero garantire sui contenuti. E' l'ultimo prodotto editoriale, ultimo in ordine di tempo ovviamente, nato per cercare di raccordare, di creare ''un anello di congiunzione'' tra le varie realtà del basso Abruzzo, superando gli sterili campanilismi che spesso hanno suscitato attriti tra le città maggiori. Lanciano, Vasto, Ortona, Atessa, Casoli sono solo alcune delle città in cui è stato distribuito il primo numero del mensile, ma anche nei più piccoli centri, sia sulla costa che nel comprensorio montano, i cittadini si sono trovati tra le mani il nuovo giornale. Continua il direttore nel suo editoriale: ''Contiamo sul bisogno che tanti hanno di voler dire, di voler far sapere, di farsi notare e di confrontarsi. E anche di alzare il coperchio su situazioni che non vanno e che fastidiosamente continuano ad esistere, grazie al silenzio dietro il quale, quasi tutti, delusi, ci siamo trincerati''. Tocca un tasto dolente qui, il direttore Marfisi, e cioè l'isolamento mediatico riservato a molte realtà della Frentania e del Vastese. I giornali, anche quelli regionali e locali, non ''coprono'' il territorio in maniera esauriente e capillare, limitandosi a riportare le notizie di Vasto, di Lanciano e di qualche altra cittadina. I centri più piccoli sono letteralmente ignorati, per non parlare dei paesini montani dove l'oscuramento è totale perché non arriva nemmeno il segnale di RaiTre Abruzzo o delle altre emittenti private regionali. Questo nuovo prodotto editoriale allora potrebbe rappresentare davvero uno strumento per ridare voce a queste piccole e grandi realtà ignorate e di cui ci si ricorda, come conclude lo stesso Marfisi, solo in occasione delle scadenze elettorali o per gravi, ma per fortuna rari, fatti di cronaca. Vedremo se si riuscirà a colmare questo vuoto, ma a prescindere da questa problematica, una voce in più, nel panorama giornalistico, non può che favorire il dialogo e stimolare il confronto di idee e opinioni.

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