La Cgil abruzzese critica sulla manovra finanziaria

Contestata la reintroduzione del blocco del turn-over del personale della sanità

Cgil Abruzzo Angela Scottu FpCgil Abruzzo Carmine Ranieri FpCgil Medici MPiccone
15/07/2011
Attualità
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Nella manovra finanziaria varata dal Governo, per le Regioni sottoposte al Piano di Rientro, è stato reintrodotto il blocco del turn-over del personale della sanità, con possibilità di deroga esclusivamente per l’assunzione dei dirigenti medici di struttura complessa. Si tratta una decisione vergognosa, introdotta in un momento critico per l’Abruzzo e nel quale il Sistema Sanitario pubblico è agonizzante, stretto in una morsa “letale” tra finanziarie del Governo Nazionale e attuazione del Piano di Rientro, che ha imposto una politica di “tagli lineari” e di “razionamento” anzichè di razionalizzazione del sistema. Il piano di declassamento e/o taglio della sanità abruzzese sta generando difficoltà organizzative ma soprattutto uno scadimento della qualità dell’assistenza ai malati. La grave carenza medica ed infermieristica, soprattutto nelle aree di Emergenza-Urgenza, sta già svuotando di fatto i piccoli ospedali e ancora di più sta mettendo in sofferenza i restanti ospedali di riferimento, già sottoposti a tagli di posti letto per effetto della riorganizzazione della rete ospedaliera. La risposta non può essere, come sta avvenendo in alcuni casi, il reclutamento di personale infermieristico attraverso cooperative gestite da privati. Soprattutto un settore quale quello della Emergenza-Urgenza, ha invece bisogno di personale medico ed infermieristico altamente qualificato, formato e stabilizzato. Solo così si potrà garantire la qualità della assistenza e della diagnosi e cura! Un esempio per tutti è il Presidio Ospedaliero di Ortona, sede di Punto Nascita, di Centro di Riferimento Senologico Regionale, di Oncologia ad esso collegata, dove la grave carenza di medici Cardiologi, Radiologi ed Anestesisti sta comportando la mancanza di copertura specialistica H24 con evidenti ripercussioni sull’attività del Pronto Soccorso, obbligato a trasferire con il 118 qualsiasi patologia cardiologica instabile nelle UTIC di Chieti, Lanciano e Vasto e qualsiasi trauma arrivi con mezzo proprio, dalle ore 20 alle ore 8, meritevole di approfondimento diagnostico radiologico. La carenza di Cardiologi inoltre ha portato ad un ridimensionamento dell’attività ambulatoriale,sia interna che esterna, del Servizio di Cardiologia. Come non bastasse gli operatori degli Ospedali più grandi, già al limite delle proprie potenzialità, sono oberati da sempre maggiori carico di lavoro, l'attività è al limite del collasso e tale situazione espone a rischi i cittadini e gli stessi lavoratori. Il punto è che il Piano di Rientro non può essere solo un gioco contabile di entrate e di uscite. I Piani di Rientro, e tutti i processi di riorganizzazione dei servizi, investono le concrete condizioni dei lavoratori del settore, le attese e i diritti dei cittadini, interessi economici, aspetti culturali, e devono essere costruiti con una adeguata contrattazione ed un’ampia partecipazione ( la cosiddetta governance partecipata ). Per risanare bisogna riorganizzare e riqualificare i servizi, non semplicemente tagliarli, offrendo contestualmente, al posto di quelli giudicati inappropriati, servizi alternativi con una riconversione mirata ai bisogni di assistenza del territorio. E poi serve un sostegno alle riorganizzazioni: bisogna che Governo e Conferenza delle Regioni individuino una linea di finanziamento vincolata ad una “appropriata riqualificazione” dei servizi per garantire i LEA ai cittadini. Di tutto ciò il Commissario e Governatore Chiodi si deve fare promotore. La CGIL Abruzzo, la FP CGIL e la FP CGIL MEDICI, chiedono altresì al Commissario-Presidente Chiodi di attivarsi con urgenza presso il Governo nazionale e il Ministro della Salute affinchè si estenda la possibilità di deroga al blocco del turn over al personale che opera in servizi delicati ( in primo luogo quelli di Emergenza-Urgenza ), nei quali a seguito dei processi di razionalizzazione non siano stati assicurati adeguati standard di personale. Ciò al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e rendere esigibile il diritto costituzionale alla salute di tutti i cittadini

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