Tagli d'agosto: ecco cosa prevede l'accorpamento dei piccoli comuni

Sindaco unico amministratore e istituzione dell'Unione dei municipi

Antonino Dolce
14/08/2011
Attualità
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Con l'emanazione del decreto legge da parte del Presidente della Repubblica, si apprendono i dettagli riguardo l'accorpamento dei comuni pari o inferiori a 1.000 abitanti. Dalle prime elezioni successive all'entrata in vigore del decreto spariranno il consiglio comunale e la giunta. L'unico organo amministrativo sarà rappresentato dalla figura del sindaco e tutte le funzioni amministrative dovranno essere obbligatoriamente svolte in maniera associata con altri comuni confinanti pari o inferiori a 1.000 abitanti. L'accorpamento dei piccoli centri, quindi, darà vita a quello che sarà l'ente principale: l'unione dei municipi, che dovrà contare almeno 5.000 abitanti tra i comuni confinanti (salvo limiti demografici individuati con delibera dalla giunta regionale). Questa sarà formata da: - l'assemblea municipale: costituita dai sindaci dei comuni dell'unione avrà le funzioni dell'attuale consiglio comunale; - il presidente del municipio: è eletto dall'assemblea al proprio interno e avrà le funzioni del sindaco come lo conosciamo oggi sul territorio dei comuni facenti parte dell'unione; - la giunta municipale: è nominata dal presidente tra i componenti dell'assemblea e avrà un numero di membri non superiore a quello previsto per i comuni con popolazione uguale al totale dell'unione. Quest'organo avrà le funzioni dell'attuale giunta comunale. Scompariranno, così, anche le classiche elezioni comunali: non ci saranno liste elettorali vere e proprie, ma diversi candidati unici per il solo posto da sindaco. Infine, se un centro con popolazione pari o inferiore a 1.000 abitanti non ha comuni confinanti nella stessa situazione, verranno applicate le disposizioni per i comuni fino a 3.000 abitanti. La manovra, però, non riforma solo i comuni fino a 1.000 abitanti. Infatti ci saranno novità dalle prossime amministrative anche per quelli più grandi: - superiori a 1.000 e fino 3.000 abitanti il consiglio comunale sarà composto da cinque consiglieri più il sindaco che potrà nominare due assessori; - superiori a 3.000 e fino 5.000 abitanti il consiglio comunale sarà composto da sette consiglieri più il sindaco che potrà nominare tre assessori; - superiori a 5.000 e fino 10.000 abitanti il consiglio comunale sarà composto da nove consiglieri più il sindaco che potrà nominare quattro assessori. Questioni sulla carta Tale manovra lascia una scia di dubbi e interrogativi. Innanzitutto di rappresentanza: la popolazione di un intero comune sarà amministrata da un presidente municipale non eletto direttamente, ma da un sindaco dalle funzioni minime e dalla voce in capitolo ridotta. Il primo cittadino di un comune che non rientra nella giunta municipale sarà in grado di portare all'attenzione del presidente e dell'assemblea le istanze di un intero territorio? Da quanto è possibile leggere nel testo emanato ieri non si comprendono i rapporti tra minoranza e maggioranza. A quanto pare esisteranno maggioranze e opposizioni che si formeranno di volta in volta con probabili limiti di governabilità. L'applicazione di suddette norme? Consideriamo a titolo di esempio i comuni di Celenza sul Trigno, Carunchio e Torrebruna. Presumibilmente essi hanno i requisiti per far parte della stessa unione dei municipi. A Celenza si voterà nella primavera 2012, a Torrebruna nel 2014 e a Carunchio nel 2016. Quando si formerà questa unione? E da chi sarà formata? Ci saranno ingressi scaglionati? Per ora le perplessità sono diverse e il sentore comune è che la norma troverà innumerevoli difficoltà pratiche.

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