PASQUALE FIASCONI, CONTADINO DI 110 ANNI, NON HA MAI PRESO UNA MEDICINA IN VITA SUA

La sua cura è un bicchiere di vino cotto durante i pasti

Michele Molino
23/10/2011
Attualità
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Lu vuènë ognë malë fa passà Che un bicchiere di vino, durante i pasti, oltre ad aiutare la digestione, previene l’infarto al cuore, è noto alla maggior parte delle persone. Che il vino rosso fosse un ottimo antitodo contro l’influenza è scaturito nel corso di un convegno svoltosi a Budapest sul “Resveratrolo Media Tutoral”. Un gruppo di scienziati ungheresi ha scoperto che nelle molecole del vino rosso risiede una sostanza naturale antivirale, detta “resveratrolo”, in grado di fortificare l’organismo umano con anticorpi contro il virus dell’influenza. La conferma dell’efficacia di questa molecola contro l’influenza è arrivata anche da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità dell’Università “La Sapienza” di Roma e del CNR che hanno pubblicato l’esito sul “Journal Infectious Discases”. E’ stato inoltre accertato che il resveratrolo è considerato un antinfiammatorio più potente delle sostanze cortisoniche. Lu vine cotte, nella tradizione contadina sansalvese è stato sempre considerato un prodotto terapeutico. Le nonne ad esempio lo usavano per massaggiare la pelle dei neonati. Insomma un bicchiere di “cotto” andava bene per tutti i malanni. I nostri antenati conoscevano le virtù terapeutiche del “nettare degli dei”, ed infatti quando erano attaccati dal raffreddore, dalla tosse e dalla febbre influenzale, sorseggiavano vino bollito e si mettevano tranquillamente sotto le coperte di lana, per alzarsi la mattina dopo, più in forma di prima. Pasquale Fiasconi, contadino di 110 anni, non ha mai preso una medicina in vita sua, la sua cura è un bicchiere di vino cotto durante i pasti. Il vino caldo e speziato con cannella, genziana e chiodi di garofano a fine pasto ha un gran potere digestivo senza gli effetti negativi dell’alcool. La Facoltà di Agraria dell’Università di Teramo ha effettuato una lunga ricerca sul vino cotto. Il risultato conseguito è stato pubblicato dall’autorevole rivista specializzata canadese” Food Reserch International”. La reazione di Maillard che si sviluppa durante la fase del mosto, gli danno un potere antiossidante due o tre volte superiore a quello del vino bianco. In questo modo si “catturano” i radicali liberi, che combattono l’invecchiamento delle cellule e prevengono il tumore e l’infarto al muscolo cardiaco. Che felice momento, quando insieme ai nostri amici e parenti inneggiamo a “ Sua Maestà il Vino”: Bève lu vuene, ca ti fa riscallà li vene”. (Bevi il vino, che ti fa riscaldare le vene).

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