Monsignor Forte: 'Chi educa deve trasmettere senso e bellezza della vita'

Il vescovo di Chieti-Vasto all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Europea di Roma

a cura della redazione
17/11/2011
Attualità
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"I giovani di oggi parlano ormai linguaggi totalmente diversi dai nostri". E' quanto sottolinea l'arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto ed apprezzato teologo, monsignor Bruno Forte, per il quale "la realtà di un mondo senza Dio in cui non di rado ci pare di trovarci è forse solo il frutto di questo 'Dio senza mondo', come risulta a molti ai quali vorremmo proporlo. Un'analisi spietata, che conferma l'urgenza del tema dell'emergenza educativa, che la Chiesa italiana si è assegnato per il prossimo decennio". Forte ha parlato in occasione dell'apertura dell'anno accademico dell'Università Europea di Roma dove ieri pomeriggio ha tenuto una lectio magistralis. "L'educazione - ha aggiunto - è un cammino: si pone nel rischio e nella complessità del divenire della persona, teso tra nostalgie e speranza. In questo cammino è decisivo scegliere ogni giorno ciò su cui sta o cade il senso ultimo della nostra vita. L'annuncio della vita vittoriosa sulla morte: è questa la nuova evangelizzazione di cui ogni generazione ha bisogno". Di fronte all’odierna “cultura del frammento” che ha profondamente modificato “la concezione del tempo”, Forte esorta a “ritrovare il predominio umano sul tempo”. Ulteriore condizione necessaria al processo educativo è la “relazione interpersonale, oggi diventata debole perché siamo malati di assenza, sempre più soli e privi di un sogno comune. Occorre camminare insieme in una relazione di ascolto, condivisione e dialogo. Una compagnia della vita e della parola che - precisa - non è appiattimento delle differenze”. Chi educa deve dunque “trasmettere il senso e la bellezza della vita con l’eloquenza della vita stessa” amando “per primo e senza stancarsi”. Per il vescovo Forte "ci sarà sempre bisogno di educatori che siano persone dal cuore nuovo, capaci di cantare il cantico nuovo della speranza e della fede lungo le vie, talvolta tortuose e scoscese, che i pellegrini del tempo sono chiamati a percorrere. L’educazione - ha concluso - è trasmettere il senso e la bellezza della vita. Suo scopo è schiudere orizzonti, raccogliere le sfide e accendere la passione per la causa di Dio tra gli uomini, che è la causa della verità, della giustizia e dell’amore. L’educatore o è testimone di una speranza affidabile, contagiosa di verità e trasformante nell’amore, o non è".

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