Aut lux hic nata est aut capta hic libera regnat O la luce è nata qui, oppure, prigioniera, qui regna libera
Così recita l’incipit dell’iscrizione metrica musiva che accoglie ancora, dopo 1500 anni, chi entra nella cappella arcivescovile di Ravenna.
Il significato è evidente: il mosaico di per sé genera la luce. Senz’altro un’iperbole, ma con un fondo di verità, che Italia Nostra del Vastese vuole verificare dal vivo giovandosi della presenza delle perfette riproduzioni musive di alcuni brani dei celebri mosaici ravennati, esposti dagli inizi di luglio nel Parco Archeologico del Quadrilatero a San Salvo.
In che modo? Ricreando, nella maniera più fedele possibile, quell’atmosfera che le superfici tassellate sono in grado di generare dando nuova vita anche ad una tenue luce riflessa. Il rapporto del buio con la luce è quindi il tema di fondo che Italia Nostra del Vastese intende affrontare con la visita a lume di candela ai mosaici di Ravenna in quel di San Salvo il prossimo 1 ottobre.
Che cosa significava realizzare mosaici così preziosi quando, di fatto, restavano sempre nell’oscurità, o meglio, avvertibili solo con un lume a olio? Quale ne era il senso? L’esperienza di “living history” che si intende condurre a San Salvo vuole avviare una riflessione sull’argomento. La visita guidata sarà preceduta da una breve riflessione del prof. Luigi Murolo su La metafisica della luce tra tardoantico e medioevo. San Salvo, Porta della Terra Sabato 1 ottobre ore 18:30.