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Riordino comunità montane, la Regione vota un 'taglietto'. Solo quattro gli enti eliminati

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IL CONSIGLIO regionale ha approvato a maggioranza, nella seduta di ieri, il piano di riordino delle Comunità montane abruzzesi, che passeranno così dalle diciannove attuali ad un massimo di quindici. Più che un taglio, dunque, un 'taglietto'. Altra novità introdotta riguarda le indennità di carica dei presidenti e degli assessori degli enti montani, che saranno a carico dei Comuni membri. Entro il prossimo 30 giugno, inoltre, l'Emiciclo dovrà approvare la soppressione di quelle Comunità montane che non rispondono ai nuovi requisiti previsti dalla Legge Finanziaria 2008, quelle sulle dolci colline o addirittura sul mare, tanto per intenderci. Il provvedimento passerà poi al vaglio del Governo che accerterà, mediante opportune verifiche, le riduzioni di spesa effettivamente conseguite. In caso di bocciatura scatterebbero, dal 31 luglio, le riduzioni automatiche del numero delle Comunità montane e del numero dei loro amministratori, tagli imposti direttamente da Roma dunque, il che forse non sarebbe proprio la cosa peggiore. Un provvedimento a metà, dunque, davvero modesto, quello appena varato dalla maggioranza, o di quel che ne rimane, subito infatti contestato duramente dalle opposizioni. ''Pur condividendo nella sostanza la necessità di tagliare gli enti montani, siamo fortemente critici per quanto riguarda la forma adottata dalla maggioranza. - spiega il consigliere regionale, Giuseppe Tagliente, che tra l'altro ieri è stato eletto alla carica di segretario - che delle istanze e delle necessità che provengono dalle popolazioni residenti nelle zone montane, la maggioranza ha tenuto conto dei suggerimenti dei politicanti locali. E' vero che sono stati sfoltiti i consigli degli enti montani, ma non a sufficienza. Da diciannove a quindici enti non mi sembra un grande taglio e soprattutto non è quello che si aspettavano le popolazioni montane e gli abruzzesi più in generale. La maggioranza è stata attenta a non scontentare le piccole 'caste' locali, i politicanti di zona ai quali fa comodo la permanenza delle Comunità montane in numero maggiore; poltrone in più da assegnare''. Senza peli sulla lingua, il consigliere Tagliente, come impone il nome, il quale si è astenuto sulla votazione di ieri, unitamente ai colleghi dell'opposizione, proprio a manifestare questa presa di distanza dal modesto taglio operato. Ha rincarato la dose il consigliere Castiglione (An): ''Per l'ennesima volta il centrosinistra ha piegato le leggi regionali ad esigenze di bieco campanilismo e le aree interne sono state solo il grimaldello per fini poco nobili di equilibri di partito''. http://francescobottone.splinder.com/
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