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La Luna è Donna

I giovani-issimi di Azione Cattolica e della Caritas Gerico sostengono il progetto #avvenireperdonneafghane

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Questa mattina mi sono svegliata, ho guardato fuori dalla finestra e un raggio di sole mi ha sfiorato il viso…che bella sensazione! Sembra così scontato……quanto è dolce il tocco del sole sul viso… una carezza materna nel quale trovare rifugio. Delle volte mi chiedo cosa si nasconde dietro il sole, cosa si nasconde lì in alto, nel cielo blu che tutti i giorni ci ripara, anche quando dal mio cielo e dalla mia strada piovono scintille. Mi sono sempre chiesta cosa ci sia sopra quel cielo, sulla luna…. Ho sentito che una donna ci è riuscita; una donna nello spazio, una donna che può inseguire i suoi sogni, una donna che vive il suo sogno, una donna libera. 

Chissà se la Luna è donna.. libera! 

Delle volte penso che la libertà si concluda in una determinata zona, come se qualcuno avesse tracciato una linea di confine oltre la quale la libertà di essere figlie, madri, di essere donne non sia più consentito. Il mio paese è uno di quelli. Uno di quelli in cui essere donna è un limite; in cui i genitori pregano affinché il primogenito non sia una femmina, e non perché un papà non voglia la sua principessa, ma perché quel papà sa che a quella figlia non può darle il regno che si merita, non può farla sentire una vera principessa, non può dirle di inseguire i suoi sogni, perché per noi principesse “con il velo” i sogni non esistono. 

A scuola ti insegnano come sognare, cosa sognare e come raggiungere quel sogno, così ho sentito, ma per me, per noi, non è così..una cosa così normale, così quotidiana, così “obbligatoria” come l’istruzione, non esiste; ma non perché qui non esistono scuole, ma semplicemente perché io sono una donna, e come tale non ho diritto all’istruzione; non ho diritto ad avere il lavoro dei miei sogni; non ho diritto ad andare al mercato a fare la spesa senza che il mio volto sia coperto da strati di tessuto, che oltre a coprire il viso, mi rivestono di tristezza. La leggo la tristezza, tra le strade, nei negozi, negli occhi di mia madre, di tutte quelle donne che hanno perso tutto, hanno perso il loro lavoro perché gli hanno detto “ tu non puoi lavorare”, hanno perso la loro dignità perché gli è stato detto “ copriti il volto e non farti vedere da sola”, hanno perso la loro voce perché gli hanno “ zitta, tu non puoi parlare” hanno perso la loro dignità, hanno perso il loro essere Donna. Non è un peccato essere donna, non è una punizione, eppure quando le sento parlare il verbo che utilizzano è sempre e solo al passato; il passato di una vita che ci dava il sapore della speranza, che ci faceva sognare, che ci dava possibilità di un futuro migliore, di un futuro, mi viene da dire, normale, umano. Anche io ho un sogno, o forse avevo un sogno… ed è il motivo per cui tutte le sere, prima di addormentarmi, guardo il cielo e chiedo alle stelle di esprimere il mio desiderio più grande; svegliarmi il giorno seguente, prepararmi e uscire di casa per andare a scuola, incontrare i miei amici e poter fantasticare insieme a loro su quello che il futuro ci riserverà. Ma, dopo ogni notte, proprio dietro l’angolo c’è il giorno, un altro giorno che non sembra molto diverso da quello precedente. Chissà se un giorno anche io salirò sulla mia luna…

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