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D'Amico: la Provincia vuole fare cassa a spese dei cacciatori

Il capogruppo del Pd torna sulla questione delle tasse venatorie pagate in ritardo

redazione
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«La Provincia vuole fare cassa anche a discapito degli onesti e di chi rispetta la legge». Il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, Camillo D’Amico, torna sulla questione delle tasse venatorie pagate in ritardo. Ieri la sua interrogazione è andata in aula. La risposta del delagato alla Caccia, Giovanni Staniscia, non ha soddisfatto l’interrogante. Proprio D’Amico spiega: «E’ stupefacente ed improvvisata la risposta data alla mia interrogazione dal consigliere delegato alla caccia, Giovanni Staniscia, per conoscere le reali intenzioni dell’amministrazione sulle audizioni in corso ai tanti cacciatori che, nel 2008, pagarono entro i termini la quota annuale per l’iscrizione all’Ambito Territoriale di Caccia ma mancarono di esibire la ricevuta all’atto della riconsegna del tesserino venatorio». Nelle scorse settimane la Provincia ha avviato una serie di “audizioni” dei cacciatori, trattati alla stregua di malfattori, che inoltrarono ricorso contro le sanzioni elevate anche verso coloro che erano in regola con i dettami normativi rispetto al pagamento delle tasse venatorie. «La saccenza del consigliere Staniscia non ha confini perché si ritiene unico depositario di verità assolute. - continua il consigliere del Pd, D’Amico - E’ chiaramente un operazione tesa solo a fare cassa perché, altrimenti, l’amministrazione avrebbe dato seguito ai miei suggerimenti contenuti nell’interrogazione ossia: chiedere un esatta interpretazione formale della legge alla regione, in virtù del fatto che Chieti è l’unica provincia ad aver applicato la norma in maniera così restrittiva, e fornirsi del conforto di un parere legale. L’unica parziale consolazione mia e di quanti stanno in regola è che il presidente Di Giuseppantonio si è fatto fornire della documentazione in mio possesso, che avevo a corredo dell’interrogazione, relativa ad un cacciatore ricorrente e convocato per l’audizione che è assolutamente in regola con la norma ma a rischio di sanzione. Mi auguro intervenga in maniera energica e solerte ad evitare l’ennesima figuraccia rimedierebbe la sua amministrazione».
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