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La carciofesta di Cupello e il poeta Giuseppe Di Stefano

Nostalgia di un poeta

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San Salvo “sempre ad maiora” in quanto può vantarsi di avere in sé liutai di ottimo livello professionale che non hanno nulla da invidiare a quelli di importanti località italiane e straniere ben note per la costruzione artigianale di strumenti musicali a plettro e arco. Il titolo di “antesignano” in tale nobile attività, in San Salvo, va senz’altro attribuito e senza alcun dubbio, all’ex tenente dei vigili urbani signor Giuseppe Di Stefano nativo di Cupello , ma residente a San Salvo da oltre mezzo secolo,  che fra le sue molteplici attività artistiche e culturali (poesia, pittura, scultura  e lavorazione raffinata del legno) ha saputo ben inserirvi, con maestria, quella relativa alla costruzione di violini, violoncelli, contrabbassi, chitarre e mandolini di ottima ed indiscussa lavorazione artigianale, ricevendo consensi e plausi da intenditori di alta professionalità. Peppino ama molto la poesia. Infatti dedica il suo tempo libero alla composizione di brani poetici in vernacolo e in lingua italiana. Finora ha composto più di mille poesie. Ecco uno dei brani, che Di Stefano dedica alla Carciofesta cupellese.

Maddemane, appene mi so ‘zzate,

so ‘ndese la nustalgì di lu Cupelle…

allore cumbà, si tì vu fa na magnàte

a lu chiare di lune e sotte a li stelle.

 

ti porte a ddo stà la ggende educate,

addò za balle ancore la saldarelle,

addo pu passà na bbelle siràte

ma ti dà cavà tande di  cappelle.

 

Le scarciòfine  è fresche di jurnàte,

Y’  pure li baffe mi ci so r’liccate,

po’, di  vine cotte o di fermentàte

 

pure si ti trachìnne nu carrafòne

t’assicùre  ca nin pirde la raggione.

Queste è nu cunzije spassionàte.

 

Ma si nni cride a mme,  vacce massère,

li scarciòfine addore di primavére.

 

 

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