Questo è un omicidio che colpisce al cuore la nostra città . Perché Albina abitava a via Fedro a San Salvo, nel cuore della città , in un quartiere tranquillo, fatto da abitazioni eleganti abitate da insegnanti, affermati professionisti, amministratori ed ex amministratori comunali.
Perché l’omicidio cade nel cuore già caldo di questa calda estate, che si era aperta con la morte tragica di un ragazzo con problemi e si chiude ora con questa tragedia, che non farà altro che animare il dibattito su tossicodipendenza, disagio giovanile, delinquenza, furti, rapine, sicurezza di persone sole. Perché la vittima, pur coi problemi di salute coi quali viveva, faceva parte della conosciutissima famiglia Paganelli, venuta dalla vicina Guardiola a San Salvo, dove si è fatta apprezzare per la serietà , la dedizione e l’attaccamento al lavoro. Pare che colui o coloro su cui sono puntate (al momento) le attenzioni degli inquirenti sono giovani (locali, comunitari o extracomunitari) con problemi di droga ed inserimento sociale. Se i primi indizi saranno confermati, tali giovani diventano ancor più il cuore bisognoso di cure ed attenzioni, da parte di questa giovane comunità , che ora più che mai è chiamata a riflettere.
Per la verità qualche riflessione l’avevamo già promossa noi un mesetto fa, dopo la morte del giovane John Fredy Mecoli. Avevano parlato di droga quattro politici (Spadano, Marchese, Monteferrante e G. Mariotti) e due tecnici operatori del Servizio per le tossicodipendenze della Asl (Fantini e Verrone).
I dati forniti dal Sert sono stati questi: 126 tossicodipendenti in cura, che raggiungono all’incirca quota 500 se si aggiungono anche i non censiti. Cinquecento ragazzi di San Salvo in preda all’astinenza, succubi di quelle sostanze (che sono veri e propri mostri chimici) diventano un problema esistenziale per le rispettive famiglie e un problema sociale e di ordine e sicurezza pubblica per tutti, perché vogliono i soldi e la droga. Da vittime diventano carnefici di altre vittime sole come Albina. Quando una comunità viene colpita al cuore, dopo il momento del dolore, trova la forza e la capacità di riflettere. E noi dovremo riflettere!
FOTO di ERCOLE MICHELE D'ERCOLE