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La "foto" di Schiavi per difendere il tribunale

La protesta degli avvocati del foro di Vasto parte dal tetto dell'Alto Vastese

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SCHIAVI DI ABRUZZO - Altro che “foto” di Vasto, la vera “foto” del momento è quella di Schiavi di Abruzzo.
La prima, infatti, avrà come soggetti i leader del centrosinistra, esponenti della casta, impegnati a trovare un accordo per spartirsi le poltrone in parlamento.
La seconda, quella molto più seria, è stata scattata questa mattina sul “tetto” dell’Alto Vastese, e ha avuto come soggetti gli avvocati del foro di Vasto impegnati in una battaglia itinerante in difesa del tribunale vastese. Una delegazione di avvocati del foro di Vasto ha raggiunto, nella mattinata di oggi, il piccolo centro montano del Vastese. Erano presenti l’avvocato Gabriele D’Ugo, presidente del comitato costituitosi proprio in difesa degli uffici giudiziari vastesi, e i colleghi, Tiziana Magnacca, nella duplice veste di avvocato e di sindaco di San Salvo, Salvatore De Simone, originario proprio di Schiavi, Fiorenzo Cieri, Sebastiano Del Casale e Luigi Del Casale, e la dottoressa Elisa Milanese. Oltre a Magnacca, in fascia, a dare manforte alla protesta degli avvocati, i sindaci di Schiavi e di Castelguidone, Luciano Piluso e Donato Sabatino.
«Il ministro Severino non è ancora arrivato?», ha chiesto con sarcasmo l’avvocato Fiorenzo Cieri appena giunto in paese. La titolare del dicastero della Giustizia, infatti, era stata invitata a prendere parte all’incontro affinché potesse rendersi conto dei disagi cui andranno incontro i residenti nei comuni montani quando, per raggiungere il tribunale competente, saranno costretti ad arrivare fino a Chieti.
«La nostra presenza qui a Schiavi, questa mattina, - ha dichiarato l’avvocato Gabriele D’Ugo - vuole avere il senso della provocazione e della protesta contro la soppressione degli uffici giudiziari di Vasto. Quello vastese è un tribunale di frontiera, presidio di legalità in un territorio, che va da Pescara a Foggia, esposto alla penetrazione della criminalità. Chiudere Vasto significa costringere i cittadini delle zone interne a percorrere strade dissestate, in inverno impraticabili a causa di neve e ghiaccio, per poter raggiungere il tribunale di Chieti, ad oltre cento chilometri di distanza. Quando venne a Vasto in occasione della presentazione del libro di monsignor Forte, il vicepresidente del Csm, Vietti, assicurò che il tribunale non sarebbe stato soppresso. Dobbiamo constatare che Vietti non ha mantenuto la promessa. La nostra battaglia - ha chiuso D’Ugo - è solo agli inizi e siamo pronti, insieme ai sindaci del Vastese, a raccogliere migliaia di firme per modificare il decreto che ha soppresso il tribunale».

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