"La posta in gioco doveva essere molto alta, per questo l'inchiesta ha suscitato tanto clamore".
Il magistrato palermitano Antonio Ingroia cattura le attenzioni nel Cortile di Palazzo d'Avalos, pieno come un uovo, in occasione del dibattito sui 'segreti di Stato' organizzato nell'ambito della settima edizione della Festa nazionale dell'Italia dei Valori a Vasto.
Rispondendo ad una domanda della moderatrice dell'incontro, la giornalista dell'Unità Claudia Fusani sulle dichiarazioni del pentito Spatuzza e relativamente all'inchiesta di Caltanissetta che, sull'omicidio di Borsellino, fu riaperta, Ingroia dice: "Mi rifiuto di pensare che si sia trattato solo di un depistaggio mirato a coprire killer più importanti. E' chiaro che ci deve essere stato qualcosa di più grande che si voleva coprire. Poi, se dopo aver considerato tutto questo - aggiunge Ingroia - si pensa che Borsellino è stato ucciso perché ostacolava la trattativa, forse si intravede la posta in gioco e si capiscono i tanti clamori suscitati". A riguardo della questione del conflitto di attribuzione sollevato dal Qurinale Ingroia dice che la Procura di Palermo non si attendeva un passaggio simile dal Capo dello Stato. Al dibattito con Ingroia hanno preso parte Bruno Tinti, ex magistrato e giornalista, Fabio Granata, deputato di Futuro e Libertà, il giornalista e saggista Saverio Lodato ed il senatore dell'IdV Luigi Li Gotti.
“Andrò alla festa dell'Italia dei Valori a Vasto, sono stato invitato a una tavola rotonda; per le polemiche pazienza. Siccome costituisce un mio diritto partecipare a qualsiasi manifestazione in cui si parla di legislazione penale, di mafia e di giustizia io continuerò ad andare finché non mi verrà impedito”. Con queste parole, in un’intervista al sito Affari italiani, Ingroia aveva anticipato il suo arrivo am Palazzo d'Avalos.
Il pm, intanto, è di nuovo al centro di una querelle che spacca il Csm. Nodo da sciogliere, stavolta, l’inserimento nel suo fascicolo personale della delibera con la quale il plenum nel febbraio scorso lo ha bacchettato per la partecipazione, definita «inopportuna» al congresso del partito dei Comunisti Italiani.
Ingroia ha poi dribblato le domande sul suo futuro e su una sua possibile discesa in politica.
COLLABORAZIONE per il FOTOSERVIZIO di ERCOLE MICHELE D'ERCOLE