Giochi, a quanto pare, fatti e destino segnato per le quattro attuali Province abruzzesi che verranno dimezzate con l'accorpamento tra Chieti-Pescara e L'Aquila-Teramo.
Il Governo nazionale, In sostanza, ha ratificato quanto era stato indicato dal Consiglio delle Autonomie Locali recependo in pieno la proposta, anche sulla base del 'silenzio-assenso' della Regione Abruzzo. Quella ufficializzata questa mattina dal Consiglio dei Ministri, con le informazioni in merito rilasciate in particolare dai ministri Filippo Patroni Griffi e Anna Maria Cancellieri, sembra poter essere la decisione definitiva sulla nuova 'geografia istituzionale' del territorio.
Il commento del presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Antonio Del Corvo: “Una soluzione che nasce dalle caratteristiche geografiche, economiche e sociali di due comprensori che presentano delle analogie, che unite possono fare leva sullo sviluppo e la valorizzazione della nostra terra".
LA FOTOGRAFIA NAZIONALE - L'Italia passerà dalle attuali 86, nelle regioni a statuto ordinario, a 51 Province comprensive delle città metropolitane. “Un processo irreversibile", sottolinea il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, che annuncia che da gennaio verranno meno le giunte provinciali, non più di 3 consiglieri delegati dal presidente gestiranno la fase di transizione e, infine, saranno indette per novembre 2013 le elezioni per il rinnovo dei nuovi organismi. “Le Province ridisegnate dalla riforma - ha aggiunto il ministro - saranno nuove per dimensioni e per sistema di governance. La riforma si ispira ai modelli di governo europei. In tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo. Il provvedimento consente inoltre una razionalizzazione delle competenze, soprattutto nella gestione delle strade o delle scuole". A partire dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative anche le città metropolitane che sostituiranno le Province nei maggiori poli urbani del Paese. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. “Il riordino delle Province - si legge infine in una nota di Palazzo Chigi - è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo in base al nuovo assetto. Anche gli altri uffici su base provinciale, dunque, saranno di fatto dimezzati".