Dal 30 ottobre scorso il personale docente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “R. Mattioli” di San Salvo è in agitazione nei confronti dell’art. 3 del ddl di stabilità, che, modificando unilateralmente il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, prevede l’innalzamento da 18 a 24 ore settimanali dell’orario di lezione dei docenti delle scuole secondarie.
Il personale sottolinea che: «Tale norma è inammissibile perché lede in forma gravissima la dignità e la professionalità del proprio lavoro. Non tiene conto del fatto che tutti gli insegnanti svolgono una mole impressionante di quello che si definisce “lavoro sommerso” precisamente quantificato da una ricerca commissionata, già nel 2005, dalla Giunta Provinciale dell’ Alto Adige all’Istituto di Ricerche Sociali di Bolzano “Apollis”, in circa 1643 ore annue, che corrispondono a 36 ore per 45 settimane. Comporterà inevitabilmente un sensibile peggioramento delle già difficili condizioni in cui espleta le proprie funzioni poiché ogni docente sarà impegnato in classe per l’intera mattinata senza possibilità di avere il tempo “indispensabile” per la programmazione, l’organizzazione e la verifica del proprio lavoro. Taglierà almeno 30.000 posti di lavoro in un momento di pesantissima crisi economica e occupazionale. È stata accompagnata da parte del Ministro e dei suoi più stretti collaboratori da dichiarazioni indegnamente offensive del personale docente e da comparazioni inesatte con la situazione internazionale».
Nell'assemblea sindacale del 30 ottobre è quindi stato deciso, con effetto immediato, il ritiro della propria disponibilità a svolgere qualsiasi incarico e/o funzione all’interno dell’Istituto che non sia strettamente previsto quale obbligo dal vigente CCNL.
Si chiede inoltre l’apertura delle trattative per il rinnovo contrattuale con un adeguamento stipendiale allineato alla media europea.
Il personale docente chiude dichiarando che «D’ora in poi – e finché non sarà definitivamente cancellato l’art. 3 del ddl di stabilità – si atterrà esclusivamente allo svolgimento delle attività obbligatorie previste dal CCNL, con conseguente blocco di tutte le attività aggiuntive, ed è pronto a mettere in atto tutte le eventuali ulteriori forme di protesta che saranno stabilite nei prossimi giorni».