Vicenda Tarsu. Se le proposte della minoranza sono state pescate dai «fustini Dixan», finora la questione è stata affrontata con politiche da «Barbie Girl». Si conclude così il documento firmato da Domenico Di Stefano (consigliere di opposizione in quota SanSalvoDemocratica) sulle cartelle Tarsu.
Il candidato sindaco, arrivato al ballottaggio alle ultime elezioni amministrative, sintetizza in quattro punti le mancanze dell’amministrazione.
Sotto la lente d’ingrandimento di Di Stefano prima di tutto la presa di coscienza tardiva del sindaco riguardo al problema. Il primo cittadino sansalvese, infatti, ha dichiarato durante la conferenza stampa del 5 gennaio di averlo appreso solo a dicembre. Un comportamento che metterebbe in risalto la negligenza e la superficialità nello studio degli atti commissariali. Secco il giudizio del capogruppo di SanSalvoDemocratica: «Un sindaco non all’altezza del governo della città».
In secondo luogo Di Stefano si sofferma sull’assenza di una linea comune della maggioranza. Il riferimento è all’ultima puntata di Chi c’è c’è (del sito sansalvomare.it), durante la quale diversi esponenti dell’amministrazione hanno fatto intuire di non essere del tutto convinti della gestione dell’emergenza. Di Stefano ricorda anche l’impegno delle precedenti amministrazioni riguardo l’evasione: «Si recuperavano 500-600 mila euro ogni anno. Il Centrosinistra, accusato di non avere criteri di controllo si serviva di un sistema computerizzato ancora in dotazione presso l’ufficio tributi, altro che criteri incerti e approssimativi! Vale la pena informarsi e rispolverarlo. La verità è che al sindaco la faccenda è scappata di mano». Il primo cittadino – secondo l’esponente di Ssd – avrebbe dovuto riflettere e chiamare anche la minoranza per affrontare la questione prima dell’inevitabile malcontento sociale.
Resta centrale nell’analisi la domanda: «Il sindaco sapeva?». Per Di Sefano è improbabile «altrimenti che senso avrebbero le assurdità dell’aumento della mensa scolastica, del trasporto scolastico e soprattutto dell’IMU». Ma le responsabilità sono da cercare anche all’interno del municipio. Correttezza istituzionale del segretario comunale, si legge, avrebbe previsto l’attesa dell’insediamento del nuovo sindaco prima di dare seguito alla riscossione coattiva da parte dell’Asso Servizi. Anche quest’ultima non sarebbe priva di responsabilità avendo omesso la relazione mensile prevista. Una prova dell’inadempienza della società sufficiente alla rescissione del rapporto e all’avvio di una nuova gara d’appalto.
Per Domenico Di Stefano ora è necessario procedere al recupero anno per anno e non dell’intero quinquennio non solo per le grandi aziende, ma per tutti i cittadini. Le somme così recuperate – che supererebbero i 350mila euro stimati dal commissario – devono essere destinate all’abbassamento delle tasse, partendo da Imu e Tares e passando per mensa e trasporto scolastico, perché «da quando c’è la Giunta Magnacca si pagano tasse su tasse, eravamo la città con meno imposizione fiscale d’Abruzzo e siamo diventati tra le città più tassate. Ci si prodighi per forme di incentivi per creare lavoro ed equità sociale soprattutto per le classi più deboli e per i giovani. E soprattutto si proceda a dialogare a priori con la città, con la nostra gente, con i nostri amati Sansalvesi! Caro sindaco – conclude Di Stefano – mi auguro Lei non voglia derubricare queste proposte come politica da “fustini dixan” e comunque va bene anche l’ironia se poi si risolvono i problemi dei cittadini. Per questo, cerchiamo di non continuare a precipitarci, tutti, con politiche da “Barbie girl”… Ironia su ironia, per carità».