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Ceto medio in affanno, tante difficoltà per pagare affitti e bollette

Molti tornano a vivere con gli anziani per ridurre le spese

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Le spese ci sono ogni mese, e sono tante, l’affitto e il mutuo diventano spade di Damocle sopra la testa, il lavoro non c’è più o è discontinuo e non dà certezze come prima: così diventa sempre più difficile trovare i soldi per tutto, anche per coloro che non hanno mai dovuto fare i conti e ingegnarsi per arrivare a fine mese. Così, anche chi non si era mai sognato di chiedere aiuto, ora si trova a farlo.

Lo conferma l’assessore alle politiche sociali di San Salvo Maria Travaglini, che spiega: «Il numero delle persone che ci chiedono aiuto è cresciuto negli ultimi tempi, anche se non moltissimo, e resta ancora circoscritto. Ciò che notiamo è che ora sono in difficoltà anche persone che facevano parte del ceto medio, benestanti che mai si sarebbero immaginati di aver bisogno di sostegno. Ora qualcuno con fatica e tanta riservatezza si rivolge a noi, ma c’è pure chi è in crisi ma per vergogna non viene».

La richiesta maggiore è quella per il lavoro, che molti hanno perso; ma sono tanti anche quelli che non riescono a pagare le bollette o l’affitto. Il numero degli sfratti è in aumento, specie tra gli stranieri, e la ricerca di appartamenti con canoni più bassi è sempre più frequente. Purtroppo non manca chi non riesce neanche ad assicurare il cibo alla propria famiglia, neppure il latte per i bambini. È vero che c’è anche chi, spesso, ha solo bisogno di essere ascoltato, di parlare e sfogarsi un po’, spiega Travaglini.
Il Comune verifica le reali condizioni di chi domanda aiuto, poi collabora con le associazioni locali come la Caritas e le parrocchie per tentare di fornire un sostegno a chi ne ha più bisogno. Alcuni, ad esempio, vengono indirizzati al banco alimentare, dove sono distribuiti cibo e vestiti usati. La cooperazione con queste realtà è fondamentale, anche perché i fondi per il sociale sono sempre in calo a causa dei continui tagli a livello nazionale.

L’Amministrazione, precisa l’assessore, cerca di andare incontro alle famiglie con minori, che sono quelle più in difficoltà: «Quest’anno abbiamo fatto la colonia a tempo pieno, così i genitori potevano lavorare senza lasciare soli i figli. Poi abbiamo trasformato i buoni della mensa da prezzo fisso a consumo, così quando il bambino non va a scuola la famiglia non paga. Abbiamo anche ridotto da 4,30 a 2,50 euro a pasto quelli per il tempo pieno, con agevolazioni per chi ha più figli».

Insomma, si è ampliata e diversificata la fascia di coloro che non riescono più a gestire i bisogni quotidiani di una famiglia, e se prima erano molti stranieri ora aumentano gli italiani. Per far fronte al momento si riscopre anche la famiglia allargata e si rinsaldano legami parentali: «Tanti tornano a vivere con genitori anziani e nonni, magari prima affidati a una badante – osserva -. Ora si comincia a fare a meno di queste figure, si torna a vivere con la propria famiglia nelle case degli attempati genitori, ci si occupa di loro, e con la pensione prima usata per la badante si coprono le spese quotidiane».

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