San Sebastiano è un santo romano, di origine francese, venerato come martire dalla chiesa cattolica e dalla chiesa cristiano ortodossa.
Dopo lu Sand’Andonie, anche ieri sera, vigilia di San Sebastiano patrono della polmonite, dei muratori e della polizia urbana, le comitive di cantori hanno sfilato nel centro della città e nei rioni, inneggiando al santo con canti di questua. “San Sebastiano giovanotto, per la fede lui è morto, vicino ad una quercia l’ hanno legato, cinque frecce gli hanno tirato”.
Le origini di questa tradizione si perdono nei secoli. ”N’ghì’ la còcce e li cirvèlle ci facème li sagnitèlle, n’ghì nu cappòne ben 'mbottìte e na tàvole ben servìte/ lu larde e la ventrèsche è bbone cande è fresche”.
Nei tempi passati erano i gruppi composti da soli muratori a cantare " Lu Santesabbastiène”. Oltre al canto tradizionale, i muratori improvvisavano stornellate: ” Pùzze cascà da na scàle di sissànda pìre e vulèsse che la mia bbelle m’ arcuièsse”. (Possa io cadere da una scala con 60 piuoli e che fosse la mia ragazza ad accogliermi tra le braccia). Ricordiamo: Virgilio Di Pierro, Ercolino Della Penna, Antonio Del Villano, Espedito Malatesta, Paolo Malatesta, Antonio De Filippis, Nicola De Filippis, Umberto De Filippis, Giovanni Miscione Andrea Del Villano, Ennio Di Pierro, Augusto Iezzi, Ferdinando Malatesta, Valdo, Roberto e Romeo Della Penna, Roberto Del Villano, Gino De Filippis, Luigi De Filippis, Rolando De Filippis. Chiediamo scusa se ci è sfuggito qualcuno).
Queste le comitive dei cantori, che ieri sera, si sono dati appuntamento in piazza San Vitale: Gli “Amici delle Tradizioni”, la “New Generation” capitanata dalla triade Cardarella-Cacchione-Malatesta e i “Giovani della cariola”.
Dopo l’esibizione, i gruppi, si sono sparpagliati per i rioni della città a fare incetta di salsicce e ventricine.
Fotografia di Antonio Longhi