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Pd in calo un po' ovunque, scintille a distanza tra D'Amico e Pollutri

Il capogruppo Pd denuncia un'eccessiva campagna mediatica

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L’affermazione nel Vastese del Movimento 5 Stelle ha eroso importanti percentuali ai due partiti ‘storici’ presenti nel territorio, Pd e Pdl. Nel primo caso, in alcuni comuni, il calo di consensi si aggira intorno al 10%. Un risultato inaspettato che mal si concilia con l’imponente campagna mediatica approntata dal Partito Democratico nei mesi scorsi. E all’interno c’è già qualcuno che denuncia l’eccessiva rilevanza data all’immagine tralasciando la ‘sostanza’.

Tra i primi a fare una severa autocritica c’è Camillo D’Amico, esponente cupellese del Pd e capogruppo dello stesso partito in Provincia. Â«Fa male entrare papa in conclave e uscirne quasi cardinale  – esordisce D’Amico in una nota inviata alla stampa – I soliti sondaggi ci davano vincenti ma le urne ci hanno visti vincenti per un soffio e con numeri largamente insufficienti per governare l’Italia nei prossimi cinque anni».

Il risultato di lunedì sera colloca il Pd al terzo posto in Regione, dietro Movimento 5 Stelle e Pdl e D’Amico lancia la prima frecciata sconfessando il proprio segretario regionale, Silvio Paolucci, fiducioso sulla prossima tornata elettorale: «Con le attuali percentuali immaginare di vincere le elezioni regionali di fine anno è da sognatori incalliti».

Si tratta però solo dell’inizio della dura analisi dell’esponente Pd che mette nel mirino le strategie di qualche candidato locale. D’amico parla di valori tradizionali traditi, come la presenza tra la gente: «Troppe le leggerezze comportamentali che si sono verificate unitamente ad atteggiamenti di sufficienza e autoreferenzialità che hanno irritato il nostro naturale bacino elettorale. Troppa rincorsa alla presenza mediatica, alcuni eccessi di spesa incontrollata di taluni che hanno promosso più la propria immagine che quella del Pd a suon di concerti, grandi eventimega segreterie organizzativemacchine con autista e altro ancora, nessuna vera presenza tra la gente e nel territorio, aver parlato un linguaggio dai contenuti lontani dagli interessi veri e concreti dei cittadini. Queste le principali cause della mezza vittoria, unitamente alla spesa eccessiva e incontrollata a dispetto di un rigore etico, morale e materiale più consono alle grandi difficoltà economiche e sociali correnti».

Il capogruppo Pd, com’è prassi politica in tali occasioni, usa la penna come una clava, ma senza chiamare direttamente in causa nessuno. È fuori di ogni dubbio, però, che più di un’allusione si riferisca al candidato locale al Senato, Angelo Pollutri, sindaco di Cupello. Una campagna elettorale, quella di Pollutri, orientata ai nuovi media con tanto di web tv a seguito nei vari appuntamenti sul territorio. Tra questi sono stati promossi grandi raduni, non andati sempre nel migliore dei modi. A Vasto la due giorni del Pala Bcc è andata semideserta.

La collocazione come quinto in lista – da qui il nome della sua quintoTv â€“ dava reali speranze di elezione al primo cittadino cupellese – in caso di vittoria del Pd in regione, molto probabilmente qualcuno tra i primi della lista avrebbe ricevuto un incarico ministeriale con conseguenti dimissioni. Questo ha fatto sì che Pollutri puntasse in modo deciso a un approccio mediatico, poco ‘di piazza’, forse non adatto a un territorio – soprattutto quello del Vastese interno – abituato al contatto con i candidati.

Di questo avviso è sicuramente D’Amico: «Abbiamo tralasciato il popolo e le piazze abbandonando la nostra storia creando un vuoto riempito da Grillo & c. Ora dobbiamo  recuperare le nostre origini, la buona abitudine di essere generose formiche che lavorano con costanza ed impegno tra e per la gente. Il partito è un collettivo di tutti non certo uno strumento di proprietà di qualcuno».

Angelo Pollutri per ora replica sinteticamente: «In Abruzzo non abbiamo raccolto quanto sperato. Considerato che, nella nostra coalizione, io ero l'unico candidato al Senato della provincia di Chieti, non posso che essere soddisfatto, seppure a metà visto l'esito complessivo, perché è stato riconosciuto il lavoro svolto in questi anni e nella campagna elettorale. Ogni altro commento mi sembra in questo momento inutile e teso solo a creare discordia all'interno del nostro partito. Ora siamo certamente chiamati a fare un'attenta e serena analisi».

È evidente, però, che Ã¨ solo l’inizio di un duro confronto interno in vista anche dei prossimi appuntamenti elettorali: Regionali e Amministrative.

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