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Quel week-end con Pietro Mennea

Il ricordo della visita del campione a San Salvo

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Arrivò un venerdì pomeriggio di Maggio in auto direttamente da Roma nell'hotel che lo avrebbe ospitato nel week end a San Salvo, invitato alla Podistica San Salvo per un convegno presso la sala della Banca di Credito Cooperativo della Valle del Trigno e quale testimonial dinanzi ai ragazzi delle scuole medie del comprensorio della Vallata del Trigno.

Ad accoglierlo c'era il Presidente Colamarino un po' emozionato dinanzi ad un "mostro sacro" dello sport italiano. Io arrivai con la mia figlioletta Ilaria alla quale tentai di spiegare in pochi minuti chi era quel signore che tanto aveva corso veloce nella sua vita.

Appena scendemmo dalla macchina Pietro salutò Ilaria regalandole subito una sua cartolina con tanto di dedica che il giorno dopo fece il giro della classe.

Colpì subito la sua grande umanità.

Quando gli dissi che era stato uno dei più grandi personaggi della mia infanzia mi guardò strano; per convincerlo gli dissi che tra noi ragazzini c'era l'abitudine di dire "e che sei Mennea..." per apostrofare qualcuno che si spostava rapidamente e con velocità. Lui fece un grande sorriso!

Durante l'incontro con i ragazzi, intitolato non a caso "L'ETICA NELLO SPORT", sottolineò la grande importanza della forza di volontà: si definiva uno "sfigatello" per via di quel fisico minuto ma cercò di spiegare ai ragazzi la grande determinazione negli allenamenti, l'immensa voglia di fare sport in un posto dove non c'erano risorse, l'abnegazione nel lottare contro le fatiche che gli imponeva il suo allenatore, la voglia di recarsi al campo di gara anche il pomeriggio di Natale (beccandosi il rimprovero del custode!). "Non svendete mai la vostra vita, ragazzi" disse con espresso riferimento alla rinuncia che egli stesso aveva fatto di un contratto per un reality televisivo, che prevedeva un guadagno pari a tre volte quanto aveva guadagnato in tutta la sua carriera sportiva.

" Parlate sempre con i vostri genitori....nel bene e nel male sono sempre i vostri interlocutori naturali" citando l'esempio della collega americana Marion Jones che all'apice della sua carriera viaggiava con allenatori, manager e consulenti vari in giro per il mondo ma quando è scoppiata la questione legata al doping si è presentata in conferenza stampa piangendo solo in compagnia della madre, l'unica che non lo aveva abbandonata a differenza di tutti i membri del suo staff.

La lezione dell'ottava corsia...."Nella vostra vita non dovete mai abbattervi alle difficoltà che incontrate ma dovete cercare quella corsia non occupata da altri che vi permetterà di esprimere tutte le vostre capacità".

È poi una serie interminabile di aneddoti: " le sei poltrone olimpiche" frutto della vittoria alle Olimpiadi di Mosca, l'incontro con lo stupito Cassius Clay, il suo primo rivale nella prime gare giovanili "tale Pallamolla", il paragone con Usain Bolt, la disperazione del figlio del suo allenatore Vittori ed infine l'impegno con la Onlus Fondazione Pietro Mennea che si occupa di ragazzi sfortunati.

Tutto il mondo ha conosciuto le imprese sportive di Pietro Mennea, tutti gli sportivi hanno assaporato le vittorie in svariate gare di Pietro Mennea, tutti i tifosi hanno gioito per le sue imprese alle quattro Olimpiadi, nei Mondiali, negli Europei ed in occasione del record mondiale di Pietro Mennea ma non tutti hanno avuto la possibilità di conoscere l'uomo Pietro Mennea, carico di amore per lo sport e per la vita, fatto di grande dedizione, sacrificio e passione, quella vita che, purtroppo, si è spenta questa mattina lasciando un sapore amaro a tantissime persone, anche ai giovanissimi che non lo avevano mai visto in azione ....anche alla mia piccola Ilaria.

 

 

 

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