L’amico Antonio Turdò, presidente del Comitato Pro Trignina e del movimento politico Italia Unita, combatte battaglie condivisibili, come quella non ancora vinta contro gli autovelox imboscati sulla Trignina, ma spesso perde la bussola e spara sul mucchio.
È’ quello che ci pare abbia fatto nei giorni scorsi, tappezzando con manifesti anti-casta dal titolo 'Mò avast' tutto il Vastese. Va benissimo sparare ad alzo zero sulla classe politica regionale, provinciale e locale, ma, di grazia, che ci azzecca la Chiesa? In una frase contenuta nel manifesto si legge testualmente: «State tartassando la povera gente con tasse, imposte e balzelli, insieme alla Chiesa, sui terreni agricoli di scarsissimo valore, sulle case, l’aumento del bollo alle auto quando in altre regioni si elimina questa odiosa e inutile imposta».
Turdò si rivolge ai politici e va bene, ma quell’inciso «insieme alla Chiesa» non è affatto chiaro. Cosa intende dire Turdò? Che la classe politica sta tartassando la povera gente e anche la Chiesa? Il discorso non regge. Allora, evidentemente, Turdò intende equiparare la Chiesa alla casta politica, colpevoli entrambi, a suo dire, di tartassare la povera gente. Questa è l’unica interpretazione letterale possibile della frase di Turdò, ma il discorso regge ancor meno, perché non si capisce come la Chiesa possa tartassare qualcuno. Non ci risulta che la Chiesa imponga tasse e balzelli, anzi, offre servizi di assistenza di ogni tipo, spesso sostituendosi allo Stato lacunoso e carente. La Chiesa sta con la povera gente. Turdò ne prenda atto.