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Di Giuseppantonio ci 'riprova': «Costretti a chiudere le strade»

«La lettera al presidente Letta non ha avuto risposta»

a cura della redazione
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Il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio - insieme al vicepresidente Antonio Tavani - torna a minacciare azioni eclatanti per denunciare lo stato vergognoso delle strade di propria competenza.

Non è la prima volta che Di Giuseppantonio annuncia azioni eclatanti. Quasi un anno fa a Castiglione Messer Marino promise altrettanto «eclatanti» proteste in occasione della tappa del Giro d'Italia in partenza da San Salvo Marina, salvo poi sfilare insieme tranquillamente insieme alle altre autorità.

La nota stampa di oggi sembra essere un nuovo tentativo di spostare l'attenzione dalle responsabilità dell'ente che presiede. Lo stesso Di GIuseppantonio solo alcuni giorni fa ha nominato i sostituti degli assessori che si sono dimessi per partecipare alle prossime Regionali. Neo-assessori che non faranno altro che ricevere la propria indennità, considerato che - come ama ripetere lo stesso presidente - la Provincia non «ha più il becco di un centesimo» per operare nei diversi settori di competenza.

IL COMUNICATO DI OGGI
«La lettera inviata al Presidente Letta non ha avuto uno straccio di risposta, le belle parole pronunciate un po’ da tutti in occasione della mobilitazione generale sullo stato delle strade provinciali non hanno avuto esito alcuno, pertanto a questo punto non ci resta che andare a Roma e mettere in atto azioni eclatanti per far sentire la voce di un territorio che non ce la fa più. Sono stanco di metterci la faccia assieme alla mia Amministrazione e credo anche alla maggioranza e all’opposizione in Consiglio provinciale per cose che non ho causato e che in queste condizioni non potrò risolvere. Mi sento sempre più solo in questa battaglia quotidiana. La situazione peggiora sempre di più dopo le ondate di maltempo dei mesi scorsi che hanno causati danni per 18 milioni e, con le previsioni meteo poco rassicuranti, non sappiamo come andremo a finire».

È la drastica decisione assunta dal presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, che rilancia il tema della drammatica situazione delle strade provinciali a ormai tre mesi dalla giornata di protesta svoltasi a Chieti e dopo aver desolatamente constatato che la nota inviata prima della fine dell’anno al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, e a tante altri istituzioni e autorità sono rimaste lettera morta.

«Non ce la facciamo più – sbotta il Presidente Di Giuseppantonio – Abbiamo scritto lettere, elaborato relazioni, fatto progetti, programmato interventi: insomma abbiamo fatto tutto quello che potevamo, davvero. Qui non ci sono soldi, questo è un dato inconfutabile che nessuno può negare. Non possiamo più fare niente se non fare un ultimo appello disperato a tutte le istituzioni. Dopodiché non ci resta altro che mettere in atto iniziative eclatanti, evidentemente anche a Roma sotto la Presidenza del Consiglio, per protestare fino a che non avremo una risposta chiara, in modo tale da poter prendere una decisione definitiva».

«Se saremo costretti a chiudere le strade lo faremo – sottolinea il vicepresidente e assessore alla viabilità, Antonio Tavani – anche perché non possiamo lasciare  quasi 2mila chilometri di strade senza manutenzione. Aspettiamo una risposta per far si che termini quello che ormai è diventato un bollettino di guerra quotidiano, con frane, allagamenti, crolli e pericoli vari».

«Lancio un accorato appello a chi non vuole capire o fa finta di non capire – conclude il presidente Di Giuseppantonio – e a tutti i parlamentari e istituzioni regionali, così si sta scippando il futuro e soprattutto la dignità a un territorio e a una comunità che non meritano tutto questo, che hanno dato tanto per la crescita economica e sociale dell’intera Regione».

Nelle foto alcuni degli ultimi cedimenti che hanno interessato il territorio provinciale

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