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Terra e Lavoro il primo maggio sansalvese

L'intervento di Tony Mariotti

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Se guardiamo attentamente le vecchie foto della nostra San Salvo sforziamoci di sentirne i suoni e gli odori, sforziamoci di entrare, per un attimo, in quelle istantanee che consegnano il tempo ai ricordi, un tempo che altri hanno pienamente vissuto. Le campane hanno appena smesso di suonare,  dall'attuale Corso Garibaldi, dei braccianti si dirigono verso la Porta della Terra per iniziare la loro dura giornata. A San Salvo terra e lavoro si prendono a braccetto, la terra fa vivere i salvanesi ed i salvanesi nutrono la terra con il loro sudore e la curano con le loro mani callose. Qui a San Salvo la terra abbiamo imparato a reclamarla e se qualche giovanotto su un cavallo non era proprio lo spirito del mondo invocato da Hegel, era sicuramente lo spirito di quei contadini umili ed onesti che invocavano lavoro, invocavano la terra e con essa una vita da vivere dignitosamente. Poi sono arrivati i forestieri, abbiamo imparato a fare gli orti, abbiamo imparato a coltivare la terra in modo diverso, a farla fruttare di più anche se il sudore continuava a bagnare la fronte ed il sole a scolpire le facce. Intanto il borgo diventava paese, le conche di rame portavano l'acqua delle vecchie fonti in sempre più case, le puteche si riempivano, i dialetti si mischiavano ma terra e lavoro continuavano ad andare a braccetto, uno accanto all'altra in passeggiate che si facevano sempre più lunghe e che andavano dalle terre dei monaci fino a quel grande fosso che sarebbe a breve diventato il giardino, la villa di tutti. Poi venne la ricchezza, il benessere diffuso della nostra locale rivoluzione industriale resa possibile da un'energia che veniva dalle viscere della nostra inseparabile terra. Terra e lavoro non vanno più a braccetto ma si tengono ancora stretta la mano, sono inseparabili. A San Salvo puoi vederli ancora passeggiare insieme, puoi ancora sentire l'odore di fango, polvere e sudore che ci hanno plasmati. Le passeggiate sono sempre più lunghe, di tanto in tanto ci si ferma per aspettare o per ricordare qualcuno perché a San Salvo Terra e Lavoro ci hanno insegnato che quando due mani si stringono e sudano insieme né si lasciano e né si dimenticano.

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