Maria Antonietta Zinni, una Contadina - come lei ama definirsi - con idee 'ribelli' che l’hanno portata ad essere una protagonista della laboriosità creativa dell’agricoltura, organizza, per il 31 maggio e il primo giugno prossimi, presso la Masseria Zinni in Contrada Padula, un incontro conoscitivo con i protagonisti del settore che ha chiamato L’Evento che mancava. Una due giorni dove tutti sono invitati a riappropriarsi di cose che ci sono state derubate: terra, territorio, prodotti, sapori, colori, profumi e, comunicare frontalmente, con coloro che hanno saputo salvarli e tutelarli, per la gioia dei nostri cinque sensi e l’educazione del nostro spirito.
Maria Antonietta perché mancava questo 'Evento' per cui ti stai impegnando al massimo?
Perché già esistono le sagre, le gare e gli itinerari enogastronomici, le piccole e grandi fiere dell’agricoltura, le varie 'notti colorate', i mercati e i mercatini, gli itinerari... altro. Il mio intento è quello di proporre qualcosa di totalmente inedito: una promozione del territorio, dei suoi prodotti e delle sue specificità. Non un operazione di marketing, ma un 'Evento Nuovo' che vuole 'Raccontare' più che mostrare, le fasi di crescita di un prodotto agricolo che vanno dalla semina... al raccolto.
Quali ingredienti hai messo nel famoso 'frullatore' delle tue idee sempre così colorate e profumate per realizzarlo?
Ho subordinato le idee ad un codice etico che ho sempre sentito in modo imperioso dentro me: il cibo non può essere solo nutrimento e gusto ma, esso riguarda il benessere totale di una persona. Quando ci sediamo a tavola, noi non ci accingiamo a compiere solo un atto antropologico e simbolico ma, soprattutto sacrale. Dai nostri comportamenti alimentari si definiscono di fatto molti nostri atteggiamenti verso noi stessi e l’intera umanità. L’accesso al cibo è un diritto di tutti, non ci possono e non ci devono essere sprechi. Il cibo – come la casa, l’auto e l’abbigliamento – è stato per troppo tempo uno status, la dove per altri è una drammatica necessità quotidiana. Mangiare è un diritto divino/antropologico che deve essere garantito ad ogni essere umano. Chi deve risolvere quotidianamente il problema di saziarsi in qualche modo, è costretto a scartare ogni sogno di futuro. Da queste considerazioni è nata l’idea colorata nella varietà di invitare diversi espositori con l’intento di proporre un percorso/circuito che dall’uomo va alla terra e viceversa, passando per la strada dei valori etici.
A te piace citare spesso la 'tenda' di Rossella O ‘Hara, come simbolo di creatività 'veloce e intelligente', quella tenda con la quale, la celebre protagonista di Via col vento, si confezionò un vestito elegante per partecipare ad una festa in un momento difficile. Sono qui a chiederti: qual è 'la tenda' di questi tempi di crisi che useresti per fare un nuovo look alla tua Azienda e a quelle come la tua?
La tenda di 'Rossella O ‘Hara' è la risposta individuale più valida per uscire da un momento di difficoltà, il fare di 'necessità': virtù, pregio e creatività che persegue un progetto sano. Nel caso specifico la ricerca di una 'Italianità' antica e nuova, la quale sa uscire dagli errori colpevoli ma, soprattutto incolpevoli, alla ricerca non di formule ma di forme a cui dare contenuti veri e fruibili. Lo scandalo della fame nel mondo e i bambini morti per fame toccano noi contadini più di ogni altra categoria, l’alimentazione è la prima necessità degli esseri umani, un alimentazione sana poi è alla base della nostra salute, dunque una sfida continua a tutto ciò che la insidia. Il/la contadino/a deve avere molti requisiti per essere veramente tale, tra i quali: onestà, competenza e responsabilità verso il consumatore. In altri termini, il prodotto agricolo è un 'involucro' che deve - nel frutto - raccogliere oltre al fattore culturale antico e nuovo anche una serie di valori etici. Non ultima, un educazione al consumatore al “non spreco”. A tal fine, ultimamente, ci ha dato una mano l’apertura di un mercatino dei nostri prodotti nella centralissima Via Roma di San Salvo.
Cosa suggeriresti al Ministro delle politiche agricole?
Alla soglia dell’Expo 2015 vorrei trasmettere tutta la mia/nostra preoccupazione per i truffatori che spacciano come 'prodotti italiani', tutto ciò che, di Italiano, ha solo un etichetta falsificata e falsificata anche male. Un attenzione sempre più viva e valida alle logiche del profitto esasperato al 'business' delinquenziale, in definitiva - oltre alla tutela dei diritti di tutti - uno sguardo 'materno' a noi contadini che portiamo avanti duramente la battaglia per un buon rapporto qualità/prezzo. Si suggerisce ancora di alleggerire i pesanti e onerosi carichi burocratici che ci allontanano dal nostro lavoro per correre da uno sportello all’altro. Vogliamo lavorare e tenere duro ma, chiediamo di non essere scoraggiati oltre il sopportabile.
Perché ami definirti 'contadina' in un tempo in cui il tabù - inteso come socialmente negativo - sul lavoro e lavoratori agricoli è storicamente e ampiamente caduto e, tutti, hanno scelto quello più aggiornato di 'imprenditrice agricola'?
Perché è il termine più antico, qualificante e professionale che esiste e si rifà a pratiche millenarie che hanno plasmato le civiltà e ci rende fratelli con tutti i contadini del mondo per mezzo del sudore della fronte che benedice i nostri volti: nella bufera improvvisa e nelle sferzate del vento, quando il sole brucia come una lama rovente e quando i petali dei fiori delle piante da frutto ci sfiorano con un soffio di bellezza divina. Perché è il nome che meglio racconta ed esprime il territorio in cui si opera e il nostro lavoro.
Quali sogni hai nel cassetto e fuori di esso?
Sogno un'inversione di tendenza che ci veda 'crescere/decrescere', nel senso di fare un passo indietro rispetto a certe forme aberranti di 'modernità' dell’agricoltura, non di certo, un ritorno arcaico a spezzarsi totalmente le braccia con mezzi antichi ma, un felice connubio di valori, cultura, tradizioni e tutto quello che si riesce a esprimere con i mezzi tecnologici e mediatici, senza pretendere di interrompere la traiettoria del sole che è nato per nascere e tramontare sul nostro pianeta terra.
FOTO DI INES MONTANARO