L'ex presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, l'ex assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni e l'ex sub comissario alla Sanità regionale Giovanna Baraldi indagati dalla procura di Pescara per violenza privata, abuso e falso in merito ad una inchiesta relativa ai tetti di spesa e agli accreditamenti sulla sanità privata. Ai tre si aggiungono, solo per abuso, anche due funzionari dell'Agenzia nazionale per i servizi regionali.
Secondo l'indagine, nata dalla denuncia degli operatori sanitari nell'aprile del 2010, l'ex presidente Chiodi, in qualità di commissario alla sanità , Venturoni e la Baraldi avrebbero fatto pressioni sulle cliniche private per sottoscrivere contratti per le prestazioni sanitarie con decurtazioni non conformi, o sotto costrizione, a volte con atteggiamenti ostruzionistici, congelando i pagamenti pregressi in attesa delle firme. Si tratterebbe quindi di una strategia di pressione psicologica e amministrativa, che avrebbe portato a restrizioni nelle prestazioni sanitarie regionali private ma senza effetti sul bilancio sanitario, visto che dal 2010 la mobilità passiva verso le altre regioni limitrofe è aumentata da un passivo di 6 milioni di euro a oltre 100, come certificato nelle scorse settimane dal ministero della salute.
IL COMMENTO DI CHIODI - Appresa la notizia, l'ex governatore Chodi commenta così in una nota diffusa alla stampa: «Sono esterrefatto e dispiaciuto. Ricordo che fu una trattativa difficile e di fondamentale importanza per le sorti del sistema sanitario regionale e per la sua moralizzazione. Del risultato ne hanno beneficiato i cittadini. In Abruzzo accadeva sempre il contrario. Studierò le carte che ancora non ho, resta oltre a tanta amarezza, l'orgoglio di aver difeso gli interessi generali».