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Fu un bellissimo Halloween, da "scherzetto o dolcetto" a..dulcis in fundo

Ecco come trasformare un "piccolo carnevale" in una opportunità educativa

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Sono una “pentita” di Halloween!. Pentita nel senso che  sento di aver perso inutilmente  – ogni anno - tempo e serenità,  nello:  staccare  il citofono, il campanello, spegnendo le luci, e altri meccanismi in difesa da “disturbo” del 31 ottobre. La  mia formazione cristiana, mi faceva cogliere di questo “anticipo di carnevale” dei bambini e ragazzini,  solo il negativo di:  una festa pagana,  le maschere orride,  una baldoria irrispettosa di vivi e defunti e,  una nomea di satanismo e quant’altro.  Certo, esistono eccessi,  fenomeni devianti e fuorvianti di questa festa che sono decisamente da condannare, ma sono soprattutto gli adulti che, di questa ricorrenza, hanno fatto una piccola casistica di cronaca negativa, che non fa..certo statistica e,  non incide affatto sulla formazione educativa di bambini e  ragazzi “sani”. L’anno scorso, un intuito tanto misterioso quanto “originale”,  mi fece ..cambiare parere.  Dissi a me stessa che, in fondo, erano i bambini che incontravo tutti i giorni nella piazzetta, figli di vicini, amici, dirimpettai e..scelsi di accoglierli in modo del tutto impensato da loro. Intanto preparai i dolcetti –  circa 5  Euro tra caramelle e biscottini -  ai quali aggiunsi i confetti che erano in casa. Li sistemai sul tavolo di cucina con fazzoletti colorati e un pizzico  di ..armonia, poi attesi gli squilli che ..arrivarono puntualissimi. “Dolcetto o scherzetto !?!” ripetevano in coro vicino al citofono:  captai - dal loro improvviso silenzio -  che la ripetuta espressione d’invito  a salire in casa,  li aveva ..stupiti,  perché quasi sempre rifiutati . Entrarono mascherati e.. “disarmati”. Da catechista con anni di esperienza, iniziai con loro un dialogo. Chiesi chi era questo fantomatico “mister Halloween” che festeggiavano ma..le risposte furono vaghe e imprecise. Chiesi anche il  perché avevano messo una maschera così..spaventosa e, la risposta fu: “per divertirci come a carnevale”.  Preso atto delle  loro risposte, assicurai che avrebbero ricevuto tutti i dolcetti ma.. ad alcune condizioni:
1. Fare una foto con la maschera e una..senza,  per vedere i loro bei faccini;
2. Improvvisare un piccola banda di:  cucchiai, padelle, mestoli, coperchi..eccetera;
3. Cantare,  marciando insieme, una canzone accompagnandoci con “strumenti” improvvisati, insieme ad alcune mamme che avevano accompagnato  i più piccoli;
Tutto venne accettato con gioia !. La canzone scelta fu un celebre spiritual della fine del XIX° secolo a tempo di ritmo jazz:  “Oh, when the saints go marching in”, nata a New Orleans, resa “globale” dalla tromba di Louis Armstrong e, largamente adottata nelle nostre liturgie,  con il nome di “ Camminiamo sulla strada che han percorso i santi tuoi”. Grandi e piccoli – girammo allegramente intorno al tavolo della sala da pranzo, cantando e percuotendo gli utensili domestici e, persino scuotendo delle bottiglie di plastica ripiene a metà di fagioli. Finito che avemmo, li misi tutti a sedere su poltrone e cuscini e,  spiegai loro  chi sono i Santi che avremmo festeggiato il giorno dopo e  la loro vita spesa nell’amore a Gesù e ai fratelli. Restarono silenziosi e ..incantati. Dulcis in fundo, consegnai i ..dolcetti, non prima però, di avermi fatto promettere che, il giorno dopo, li avrei visti tutti a messa a festeggiare i nostri Santi nella gioia dell’Eucaristia. Fui felicissima nel constatare che, il  1 novembre, festa di Tutti i Santi, in chiesa erano  quasi ..tutti presenti, anche se in ordine sparso e accompagnati dalle loro mamme. A quelli ricevuti in casa  ne mancavano pochissimi. Quest’anno li attendo di nuovo, con la “sceneggiatura” già pronta e, l’impegno morale che,  mai più  avrei chiuso la porta in faccia a dei bambini che vogliono solo divertirsi..senza porsi inesistenti problemi. Certo,  si potrà dire che è una “ricetta” che ha i presupposti per ..funzionare  o meno,  una pura opinione personale, però ..sono contenta di averci provato e, vi dirò, non mi sono mai divertita così tanto !.

Foto: Ines Montanaro

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