Nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 16 dicembre, è stato presentato, presso la Casa della Cultura, il programma Compostiamo che coinvolge le famiglie di San Salvo. Dopo i saluti di rito dell’assessore all’Ambiente Angiolino Chiacchia, la dottoressa Pina Piccirilli ha illustrato agli intervenuti come utilizzare la compostiera per condurre, in modo corretto, il riciclaggio dei rifiuti casalinghi.
Al fianco dell’ingegner Piccirilli ci saranno degli operatori ambientali che seguiranno passo dopo passo i cittadini che installeranno le compostiere e chi in futuro aderirà al progetto. Dividendosi i compiti, il gruppo degli Ecocompatibili, come loro stessi si sono definiti, hanno presentato tutte le peculiarità della compostiera dal punto di vista teorico prima e pratico poi. Importante è il fatto che ognuno di questi operatori ha seguito un corso di formazione per esser preparato ai più disparati problemi che potrebbero crearsi nel corso del cosiddetto ciclo minimo (che impegnerà le famiglie per un anno).
A questa prima fase è seguita la dimostrazione pratica del montaggio della compostiera, precisando che, all’interno del kit in dotazione, sono presenti le istruzioni per comporre senza problemi il contenitore, che dovrà essere posto in un luogo ben asciutto e riparato da sole e pioggia. Una volta osservato l’aspetto esterno, è stata descritta quella che dovrà essere la composizione interna partendo dal fondo permeabile, composto da rami e foglie opportunamente triturate, e salendo, per strati, sino al livello più alto in cui saranno gettati i rifiuti organici.
Ogni tipo di rifiuto da cucina fondamentalmente può essere posto nella compostiera a patto che vengano trattati in un certo modo. Questo è stato il fulcro della parte conclusiva della presentazione. La maggior attenzione dovrà essere posta su alcuni aspetti fondamentali: la temperatura, l’umidità e la posizione dei diversi rifiuti.
Procedendo con ordine, la temperatura ottimale di esercizio per una compostiera si aggira tra i 50 ed i 60° C e la si può regolare attraverso l’immissione di ulteriori foglie, paglia o addirittura cenere per evitare il diretto contatto con l’ossigeno dei rifiuti che, in quel caso, andrebbero in contro ad ossidazione causando i cattivi odori. Fondamentale è anche l’umidità interna visto che non si tratta di un ambiente stagno e isolato. Anche in questo caso bisogna comprendere il livello di compattezza dei rifiuti che, inumidendosi eccessivamente, creerebbero delle difficoltà al drenaggio e alla creazione del così detto compost. Infine, per quanto riguarda il posizionamento dei rifiuti, tutto è teso ad evitare l’avvicinamento di animali sgraditi alla compostiera. Anche in questo caso sarà sufficiente circondare i residui di carne o pesce con foglie, paglia o altri rifiuti in modo tale da proteggere i suddetti scarti. In conclusione i tempi di degradamento dei rifiuti sono piuttosto vari, ma con le dovute precauzioni possono essere già utilizzati come terriccio a partire dal quarto mese di conservazione.
Anche se il primo incontro è avvenuto presso la casa della cultura, il lavoro degli operatori sarà capillare in modo tale da consegnare e aiutare i cittadini che hanno deciso di aderire al programma di compostaggio.