In occasione dell’Angelus del 4 gennaio, Papa Francesco ha annunciato la nomina a cardinale di 15 cardinali e tra questi c'è anche Mons. Edoardo Menichelli, nell’anno in cui celebrerà 50 anni di sacerdozio (il 3 luglio 1965 è stato ordinato sacerdote).
Nel 1994 Papa Giovanni Paolo II nominò il sacerdote Edoardo Menichelli arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto. Qui rimase per dieci anni fino al 2004.
Durante questo decennio, i sansalvesi hanno avuto l’occasione di conoscerlo e apprezzarlo. Lontano da ogni formalismo, è un grande oratore che riesce a tenere l’attenzione viva sul Signore. Proprio perché usa un linguaggio semplice, diretto, schietto e talora anche scherzoso (era davvero difficile annoiarsi o pensare ad altro durante i suoi interventi). Ha una dialettica 'giovane' adatta ad ogni età che sa anche rimproverare al momento giusto.
L'8 gennaio 2004 fu ancora Giovanni Paolo II a nominare monsignor Menichelli arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo. Lo scorso marzo, come da prassi, al raggiungimento dei 75 anni di età (egli è nato a Serripola di San Severino Marche il 14 ottobre 1939) ha presentato le sue dimissioni, ma Papa Francesco non solo gli aveva chiesto di rimanere a capo della diocesi ma l’ha altresì nominato relatore del Sinodo sulle famiglie celebrata nel 2014.
Dopo l'ordinazione sacerdotale, del 1965, e prima di essere vescovo è stato: viceparroco della parrocchia di San Giuseppe a San Severino Marche, insegnante di Religione nelle scuole statali, assistente spirituale del gruppo 'Roma 71' dei 'Lupetti', Officiale presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, segretario particolare del cardinale Achille Silvestrini, cappellano della Clinica e collaboratore del Consultorio Familiare della Facoltà di Medicina al Policlinico Gemelli.
Quando un suo amico gli ha riferito l’annuncio del Papa della sua nomina a Cardinale, stava scrivendo delle riflessioni per una celebrazione e tra queste vi era «Il primo compito è rendere più “gioioso” e “contaminante” l'annuncio del Vangelo, perché, come ci dice papa Francesco, il nostro evangelizzare spesso non è gioioso. Diciamo più le parole nostre che non le parole di Dio. Ma la fede, il nostro servizio, non sono per la propaganda, come se fossimo noi a portare la luce nelle tenebre».