Maddalena Caterina Morano, era una donna come tante altre ma con due passioni: l’insegnamento e Gesù Cristo. In estrema sintesi la sua è stata una vita vissuta secondo una vocazione all’amore, la stessa a cui ogni uomo e donna della terra è chiamato ma spesso ignora. I frutti di una vita vissuta in questo modo sopravvive nel tempo e alla morte fisica. Emblematico a tal proposito sono state le inuizioni di Don Bosco sui ragazzi: quante istituzioni esistono tutt’oggi a suo nome. Una vita vissuta come vocazione all’amore diventa contagioso: anche Maddalena aveva incontrato Don Bosco e da questo incontro è scaturita la sua vocazione. Ma lei non ha smesso di fare quello che le piaceva: aveva intrapreso gli studi del magistrale perché voleva insegnare. Cosa che ha continuato a fare.
Sesta di otto figli, nasce a Chieri, in provincia di Torino, il 15 novembre del 1847. A otto anni perde il padre Francesco e inizia ad aiutare la madre nel lavoro. Riprende gli studi grazie allo zio sacerdote. La maestra la nomina aiutante delle più piccole.
Incontra don Bosco, che si trovava di passaggio a Buttigliera d’Asti.
A 17 anni consegue il diploma magistrale presso la Scuola di Pinerolo.
A 19 anni inizia a insegnare a Montaldo Torinese: lo farà con diligenza e competenza per quattordici anni, guadagnandosi il rispetto e la stima di tutto il paese.
Nel 1878 Maddalena si consiglia col suo direttore spirituale e, dopo aver comprato una casa alla madre con i suoi risparmi, va a parlare con don Bosco che l’indirizza a Mornese dove Madre Mazzarello l’accoglie festante; fu subito messa ad insegnare.
All’età di 33anni si consacra a Dio con i voti perpetui e, in quell’occasione, esprime la sua preghiera: “Signore, non permettere che io muoia senza essere arrivata alla santità. Fammi Santa!”.
Nel 1881, sotto richiesta dell’arcivescovo di Catania, Maddalena viene inviata a dirigere la nuova opera di Trecastagni, dove servivano tre maestre. Per quattro anni dirige, insegna, lava, cucina, è catechista ma soprattutto testimone, tanto che cominciano a bussare le ragazze: “vogliamo essere come lei!.
Dopo una pausa di un anno a Torino viene rimandata in Sicilia come direttrice e maestra delle novizie. Ha il compito di fondare nuove case e di formare suore. Apre scuole, oratori, convitti e laboratori in ogni parte dell'isola.
Sorgono nuove numerose vocazioni, attratte dal suo zelo apostolico e dal clima comunitario che si crea intorno a lei. Il suo molteplice apostolato è apprezzato e incoraggiato dai Vescovi. A Catania le affidano l'intera Opera dei catechismi, la fondazione di nuovi oratori e il Convitto dell’Istituto Magistrale.
Il l 26 marzo 1908 suor Maddalena Caterina Morano muore a Catania. Alla sua morte le case della Sicilia sono 18, le suore 142, le novizie 20, le postulanti 9.
Le sue spoglie, esumate il 1° dicembre 1993, oggi sono deposte in un’urna di vetro esposte ai fedeli nella cappella dell’Istituto Maria Ausiliatrice.
Maddalena Caterina Morano è stata beatificata da San Giovanni Paolo II il 5 novembre 1994, nella stessa città dov’era morta.