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Sempre meno servizi, «Chiediamo che il Distretto Sanitario venga chiuso»

La rabbia degli amministratori per le decisioni regionali in materia di sanità

redazione
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Un operatore in meno al Cup e un tetto massimo di 12 prelievi quotidiani esclusivamente su prenotazione. Oltre alle restrizioni che scatteranno il prossimo primo aprile ci sono da contare uno specialista (oculista) in meno da settembre 2014, un amministrativo andato in pensione e mai rimpiazzato, un agente tecnico mai sostituito, il consultorio famigliare ridotto da anni ai minimi termini (assenza del ginecologo e ostetrica presente a singhiozzo). 

È il pessimo bilancio del Distretto Sanitario di Base di San Salvo. «Se le cose restano così, ne chiederemo la chiusura», è la provocazione del sindaco Tiziana Magnacca che stamattina ha tenuto una conferenza stampa per illustrare il depotenziamento in atto del presidio medico.

All'assenza dei servizi si somma la gravità delle decisioni prese dal manager della Asl Lanciano-Chieti-Vasto Francesco Zavattaro non comunicate alla cittadinanza né al Comune. Dei provvedimenti che scatteranno da mercoledì prossimo, infatti, ne è venuto a conoscenza il consigliere Tonino Marcello del tutto casualmente: mentre si trovava in fila proprio per un prelievo.
Da mercoledì prossimo, inoltre, come in un disegno 'diabolico' i disagi 'accessori' sono destinati ad aumentare. Le ditte incaricate potranno eseguire la pulizia dei locali solo durante gli orari di apertura al pubblico, cioè mentre gli utenti sono in fila per le prestazioni mediche.

MIOPIA REGIONALE - «Le notizie che arrivano dalla Asl - ha esordito il sindaco - sono pessime. C'è la volontà di chiuderlo ormai, una soppressione di servizi che indica la miopia di Regione e Asl che farà arretrare la sanità regionale. A San Salvo l'utenza non è solo quella cittadina, visto che usufruiscono dei servizi anche gli utenti di Medio e Alto Vastese e del Molise, superiore a 40mila cittadini».
«Oggi - ha spiegato Marcello - si effettuano oltre 20 prelievi giornalieri, senza prenotazione. Dal primo aprile massimo 12 e su prenotazione. Se un utente vi si reca al mattino per un prelievo urgente, non lo potrà fare. Questa è la volontà di questa regione per quanto riguarda la sanità pubblica».

L'INCONTRO INUTILE - Nel novembre scorso i manager Francesco Zavattaro e Pasquale Flacco incontrarono gli amministratori sansalvesi già preoccupati per i disservizi del Distretto Sanitario. «Ci assicurarono - ha ricordato il presidente del consiglio comunale Eugenio Spadano - che ci saremmo rivisti dopo la nomina del nuovo direttore di Vasto. Questo è avvenuto 3 mesi fa e niente è cambiato. Il nostro distretto serve un'utenza più grande di quella di Ortona e di Francavilla, dove tra l'altro ci sono servizi, qui assenti, che si sovrappongono. I problemi, tra l'altro non mancano neanche a Vasto. La sanità praticamente qui non esiste più, considerando anche la chiusura dell'ospedale di Gissi e del rischio che aleggia su quello di Agnone».

Poi un'ulteriore serie di problematiche: «I sansalvesi finora sono stati sin troppo educati considerando i disservizi quotidiani. Al consultorio manca anche l'assistente sociale. Gli specialisti sono presenti per pochissime ore. La risonanza articolare funziona per 2-3 ore al giorno, quando invece ha un grosso potenziale; due tecnici devono occupars di questa e della radiologia. Abbiamo chiesto di potenziare il personale, ma nulla è cambiato. Tra l'altro qui potrebbe effettuarsi la teleradiologia: cioè la radiologia in loco e la lettura "in remoto".

L'ECOGRAFO ASSENTE - «Qui manca anche l'abc della medicina, l'ecografo», ha continuato Spadano. Fatto ancora più grave è che un ecografo inutilizzato è presente nell'ex ospedale di Gissi, «Ma non è l'unico - ha specificato il presidente del consiglio - ce ne sono diversi in giro. Le possibilità a costo zero di far funzionare come si deve questo distretto ci sono».

«LA MORTE DELLA SANITA'» - «Con la chiusura degli ospedali - ha continuato poi il sindaco Magnacca - si sarebbero dovuti potenziare i distretti sanitari, ma così non è stato. A questo punto, se la situazione non cambierà, chiederemo che venga chiuso. Un distretto così esiguo non ci serve. Credo che D'Alfonso abbia fatto capire qual è l'alternativa: rivolgersi alle strutture private. Per un prelievo qui bisogna prendere 2 giorni di ferie. È l'ennesima prova che D'Alfonso fa politica fino a Ortona. A breve la Regione avrà il rientro di svariati milioni di euro dalle cartolarizzazioni, bisogna capire che vanno investiti nella sanità. Dal commissariamento si esce organizzando il territorio».

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