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Autovelox e affari

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L'inasprimento dei controlli e delle conseguenti sanzioni elevate sulla SS 650 Trignina in seguito all'impiego massiccio e a vasto raggio, negli ultimi mesi, di apparecchiature per il rilevamento elettronico della velocità, non solo ha ridotto il numero di incidenti stradali, almeno secondo quanto sostengono le amministrazioni dei comuni interessati, obbligando gli automobilisti al rispetto delle norme del codice della strada, ma ha anche permesso di ripianare, o quasi, il bilancio di molti centri che si affacciano sulla fondovalle. A questi due aspetti che sicuramente possono essere considerati come positivi, fanno da contro altare l'esborso sistematico e consistente di denaro cui vengono sottoposti i contravventori, cioè gli automobilisti che quotidianamente si servono della fondovalle per recarsi al lavoro presso le città litoranee, ma anche un'altra e più seria conseguenza, di portata più ampia, che potrebbe avere pesanti influssi negativi su tutta l'economia dell'entroterra Vastese. Pare infatti che da quando la Trignina si è trasformata notoriamente nella ''strada degli autovelox'', con diversi impianti per la rilevazione elettronica della velocità concentrati in pochi chilometri cioè con una densità difficilmente eguagliabile su altre arterie stradali di pari importanza, si sia registrata una consistente diminuzione del volume di affari delle varie industrie e ditte che sorgono lungo la fondovalle. Più di qualche imprenditore locale ha sottolineato come l'inasprimento e il moltiplicarsi delle sanzioni per eccesso di velocità elevate sull'importante arteria abbia influito negativamente sul proprio volume di affari, facendo segnare una diminuzione abbastanza considerevole sul bilancio totale del fatturato annuo. ''Mi è capitato, già più di una volta, di non riuscire a concludere contratti perché i miei potenziali clienti, provenienti da Termoli o da Vasto, sono stati multati per ben due volte nel giro di una settimana, proprio mentre si recavano presso la mia attività commerciale'' riferisce, visibilmente preoccupato, un noto e importante imprenditore della zona. ''Piuttosto che rischiare di prendere una contravvenzione, cosa abbastanza facile dati i limiti fissati appena a settanta o cinquanta chilometri orari lungo la Trignina, - continua nella sua accorata denuncia l'imprenditore - molti clienti hanno preferito recarsi altrove, rivolgendosi magari presso i miei colleghi che hanno la fortuna di avere l'attività commerciale sulla costa e non sulla SS 650''. Francesco Bottone
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