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Nuovo denaro sull'autoporto, ma l'amministrazione propone servizi altrove

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Il comune di San Salvo in collaborazione con la Fee, il Consorzio Industriale e la Pilkington siglerà un accordo per la gestione dell'area limitrofa allo stabilimento sansalvese, utilizzata dai tir come area di sosta. Verranno dunque installati bagni chimici e servizi a supporto degli autotrasportatori.

Le opere previste andranno in parte a porre rimedio ad una situazione che avrebbe senz’altro risolto l’apertura dell’autoporto, la cui costruzione  iniziata oltre 20 anni fa, per una spesa prevista di circa 500 milioni di lire, avrebbe dovuto dar risposta alle necessità delle aziende della zona e dei tanti mezzi di trasporto a loro servizio. Dotata dei servizi essenziali per i camionisti che da tutta Europa arrivano a San Salvo e ci restano per giorni, in attesa di caricare.

I lavori per la sua realizzazione cominciarono ad inizio anni ’90 con fondi della Cassa del Mezzogiorno e della Comunità Europea, successivamente, intervennero anche il Co.A.S.I.V. ed il Distretto industriale. Nel 2008, l’infrastruttura venne inaugurata: 48 piazzali, edificio uffici e bar-ristoro, magazzini.

Il tutto distribuito su 84mila metri quadri di estensione per una spesa complessiva di 33 milioni di euro.

Ma problemi burocratici, ne bloccarono la messa a regime, una legge regionale impone tutt’oggi la gestione a società a compartecipazione pubblico privata, ed un Decreto Ministeriale del 2010 impedisce ai comuni al di sotto dei 30.000 abitanti di aderire a società miste e quindi di partecipare ai bandi per la gestione, risultato tutto bloccato.

Da allora si sono verificati continui atti vandalici e sono state chiuse le strade di accesso, costate anch'esse alle tasche dei cittadini decine di migliaia di euro.

Altri soldi sono stati stanzianti. 1.300.000 euro con fondi regionali PAR FAS 2007/2013, per opere di completamento e adeguamento, per realizzare la completa funzionalità ed efficienza dell'infrastruttura. Soldi che vagano nella burocrazia regionale da oltre due anni, che hanno visto ad oggi quale unico risultato, il pagamento della parcella del progettista incaricato a verificarne la vulnerabilità sismica e a compierne la progettazione definitiva.

In pochi sono rimasti a credere in questo progetto, dato l’intento dell’amministrazione di usare altre aree per l’accoglienza degli autotrasportatori, nonostante altro denaro pubblico continui ad essere speso.

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