Vogliamo proporvi una riflessione di un giovane architetto Roberta Pantalone, scritta durante le celebrazioni della Pasqua. Lo riproponiamo per accendere i riflettori sullo stato di degrado architettonico in cui versa la parrocchia di San Nicola (leggi), che pensiamo debba essere responsabilità di tutti.
"Da sempre il suono delle campane parla un linguaggio pubblico oltre che sacrale: i rintocchi scandiscono le attività giornaliere, proclamano alla collettività eventi da condividere, allertano la popolazione in caso di spiacevoli accadimenti.
La valenza di questi luoghi non è solo religiosa ma sociale, sarebbe, quindi, riduttivo considerarli solo luoghi di culto. Appartengono di conseguenza, al complesso di beni culturali di cui la comunità cristiana fruisce, ma che l'intera cittadinanza dovrebbe voler tutelare, recuperando la propria dimensione storica e culturale.
È necessario pertanto, che da questo luogo, in cui spesso si evidenzia la dispersione delle radici cristiane, sociali e della memoria storica, si denunci anche lo stato di DEGRADO della propria chiesa.
La parrocchia di San Nicola, pur essendo la più giovane delle chiese della nostra città , sembra essere quella più colpita dagli effetti del tempo.
La pioggia, il vento, il sole dialogano con le pietre, i marmi, gli intonaci: i materiali vengono forgiati in modo tale da modificarsi nel tempo, l'uso degli stessi diventa parte integrante della vita di un'architettura, ma è impensabile che un luogo possa cristallizzarsi e che tutto rimanga intatto.
Il tempo deposita sulla superficie delle cose il peso degli anni, corrode gli edifici, e fa in modo che qualsiasi opera prodotta dall'uomo subisca mutamenti che la fanno invecchiare.
Quel tempo che passa e lascia il segno sui volti delle persone, così come sui luoghi e sulle sue architetture.
Non è il "culto del corpo" la sua cura, ma l'attenzione rivolta ad esso, alla sua pelle.
Come un palazzo storico, un monumento, ancor di più una chiesa, per tutto ciò che rappresenta, va amata e tutelata come un corpo vivo affinché non soccomba a quel processo inarrestabile di decadimento provocato dal tempo.
È indispensabile che l'intera comunità cittadina sia attenta alle vicissitudini di una parrocchia come quella di San Nicola. Esiste un problema, ed è urgente chiedere a chi di dovere o all'interno delle istituzioni civili ed ecclesiastiche, di stanziare fondi per il proprio patrimonio e per la tutela e l'incolumità dei propri fedeli.
È impensabile, che nell'attesa di un 'eventuale' finanziamento delle opere di ristrutturazione, non si possa trovare una soluzione alternativa per reperire tali fondi nell'immediato.
Oggi i fedeli saranno richiamati a raccolta per celebrare i consueti riti legati alla Pasqua. E nell'attesa della processione, colpita dagli ultimi raggi del sole al tramonto, con le sue facciate degradate, attaccate dal trascorrere del tempo, la chiesa di San Nicola rappresenterà una quinta scenica perfetta per la celebrazione della Passione di Cristo.
Con la speranza che il persistere del rintocco campanario di questi giorni di festa obbligherà almeno ad un esame di coscienza collettiva, confidiamo nella resurrezione architettonica del "Tempio in Passione"".