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Ogni creatura è bella e buona in sé

Il Vangelo della domenica di Don Raimondo

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"In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio»
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro
." (Vangelo Marco 10, 2-16)

«Non è bene»: neppure a Dio piace la solitudine del cuore! E allora circonda l’uomo di creature: uccelli del cielo e bestiame... ma «l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse». Non stupisce, non è possibile un dialogo, una condivisione di intenti e di progetti: ogni creatura è bella e buona in sé e dà lode a Dio con la sua vita, ma ciò non toglie che non riesce a saziare la sete di compagnia che abita il cuore dell’uomo.

«Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo»: l’unica via per trovare «un aiuto che gli corrispondesse» non è senza sofferenza, senza un prezzo che tocca l’uomo stesso, nella sua carne. Si sveglia con una costola di meno ma, da quel qualcosa di cui è stato privato, nasce finalmente una creatura che può stargli di fronte, e questo lo rende gioioso: “Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne...”.
Ogni vero rapporto di comunione non si ha senza che qualcosa di tuo sia messo da parte per aprire uno spazio di disponibilità e di vita all’altro.

La domanda dei farisei a Gesù è una domanda tendenziosa: “…volevano metterlo alla prova,Gesù, come sempre, sta fermo nella verità, quella verità che è Lui stesso. Certo, la legge dice che ad un uomo è lecito ripudiare la propria moglie, ma è tempo di dare compimento alla legge di Mosè. E «pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13,10): dunque “l’uomo non divida ciò che Dio ha congiunto”, cioè ciò che l’Amore ha congiunto. E l’Amore non è un vago ed astratto sentimento, ma una legge di vita che, come ogni legge, ha una concretezza di conseguenze che lo rendono vero, cioè verificabile. Tra queste, sicuramente fondamentale è quella che Gesù ci ha insegnato con la sua stessa vita: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici»(Gv 15,13).

Quindi è la sofferenza che rende perfetti nell’Amore: se Amare è dare la vita, la vita non si dona senza perderla, e perdere la vita causa dolore.
Solo, pazientemente accolta e portata, insieme, lasciando che ogni giorno qualcosa mi venga tolto perché l’altro abbia la vita, è garanzia di una continuità nel tempo di un rapporto: riuscire a fare spazio dentro la mia vita alla vita dell’altro, perché davvero di due carni ne nasca una sola, nuova, inedita, originale, sorprendente nella sua bellezza!

Qual è il rimedio per coloro che hanno sperimentato l'amarezza del fallimento? Per nessuno c'è una condanna inappellabile: il cuore di Dio, e quindi anche quello della Chiesa, resta spalancato per riaccogliere e lenire con tanto più amore quanto più cocente è la ferita, come lo stesso Papa Francesco afferma: "Una parola vorrei dedicarla anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità".
La cura materna della Chiesa interviene e scioglie un vincolo che di per sé non poteva esistere.

Non a caso il vangelo termina focalizzando la nostra attenzione sui bambini: frutto di carne nato dall’amore, un unica carne generata dalla fusione di due carni. Quando tutto in un matrimonio sembra crollare, restano i bambini, segno incancellabile di un amore. E Gesù li addita come porta sicura del Regno, della pace del Paradiso già su questa terra. Forse dovremmo fermarci ad ascoltarli, contemplando il loro gioco, accogliendo il loro pianto, riflettendo sui loro dubbi. Potrebbe essere un’ottima scuola di semplicità per affrontare le fatiche della vita, comprese le fatiche di coppia, e non scappare... sapendo che, quando l’uomo divide ciò che Dio ha unito, anche un bimbo, frutto di due carni, inevitabilmente si vede lacerato nella sua stessa carne.

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