Ospite della nostra città lo scorso marzo, presso l'Istituto Superiore Mattioli, Fois torna, per parlare ad una platea più ampia.
Fois allora parlò dell'importanza dell’uso delle parole «gli scrittori non hanno l’obbligo di dire il vero, ma di far sembrare vero ciò che dicono. La normalità non fa letteratura, è l’incidente a fare letteratura». Parlò del suo rapporto con le donne, di quanto esse siano state importanti nel suo scrivere. «Provengo da una famiglia matriarcale, davo del voi a mia nonna, una donna terribile, le donne hanno ben chiaro il peso della responsabilità. Il pensiero femminile è un pensiero lungo, sono genitrici, hanno per indole la necessità di pensare non all’immediato ma al futuro». E dell’importanza del leggere, «L’intera storia letteraria dell’uomo si basa su pochi libri, tre dei quali sono l’Iliade, l’Odissea e la Bibbia. Tutte le storie del mondo, girano intorno a queste storie. La letteratura italiana, il 68% dei vocaboli che oggi utilizziamo, si basano su un’opera che è stata scritta nel 1300, la Divina Commedia, il 20% lo dobbiamo a un libro scritto nel 1800, I promessi sposi, la parte rimanente ad uno scrittore a voi vicino Gabriele D’Annunzio”.
Decine i romanzi, per uno scrittore che affascina con una prosa impeccabile, una lingua italiana ricca di similitudini e di metafore, raffinatissima ed allo stesso tempo arcaica, con sprazzi qua e là di dialetto sardo sapientemente dosato. Da incontrare, il 14 novembre alle ore 18 al Centro Culturale Aldo Moro.