Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Storie di donne: Maria Luisa La Verghetta

La danza ed il suo insegnamento, la vita sulle punte

Condividi su:

Maria Luisa La Verghetta, è la maestra.

Maestra di danza, maestra di vita, per le sue allieve. Maria Luisa comincia a danzare ad otto anni, ore ed ore di esercizio, passate tra libri e scarpette. La sua vita di bambina ed adolescente la dedica completamente alle sue due passioni, la danza e l’atletica leggera.

Una campionessa anche di corsa nei 400 mt piani, per sei anni fa parte della squadra di atletica dell’Aterno Pescara. Poi l’incidente, due caviglie rotte, che la costringono ad una scelta. Maria Luisa decide di continuare solo con la danza.

Vive d’essa, ore ed ore di allenamento, lo studio notturno. Cresce e si perfeziona con corsi e stage e si dedica subito all’insegnamento, grazie anche a numerose collaborazioni con le scuole vastesi.

Nel 1989 entra come insegnante alla palestra Athena, nel 1990 la rileva con Stefano Silla, suo futuro marito e compagno di vita.

28 anni di insegnamento, che l’hanno vista far crescere nella danza e nella vita bimbe che oggi sono donne, prese a 5 anni ed accompagnate alla pubertà, per poi vederle donne, le sue ragazze.

Oggi con gli occhi lucidi, ci racconta delle figlie delle prime bambine a cui ha insegnato, che oggi danzano nelle stanze della sua scuola di ballo.

Perché le sue ragazze, le sue bambine tra un arabesque ed un assemble, gli raccontano i loro segreti di vita e quelli d’amore. E lei Maria Luisa è grata di tanta fiducia, di tanto amore, che lei ricambia con la richiesta di dare di più, di fare meglio, perché la danza è un metodo di espressione dell’animo e grazie ad essa, la bellezza che non può e non deve essere solo estetica, si comunica a chi guarda.

Per Maria Luisa, la danza è la vita stessa. Gli anni, la famiglia, un figlio, non hanno placato in lei la necessità di esprimere la propria gioia o il proprio dolore, con dei passi di danza, magari non più su un palcoscenico, ma tra le mura della sua scuola, ed attraverso i passi delle sue adorate allieve.

Condividi su:

Seguici su Facebook