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"Storie di piedi buoni", perché un'occasione persa non è mai l'ultima occasione

Una storia corale in cui l'esistenza dei singoli descrive la storia di una città

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Ieri Domenico Di Stefano ha presentato il suo nuovo libro, “Storie di piedi buoni”.

Erano presenti, presso l’auditorium Paolo VI della parrocchia di San Nicola, S.E. Monsignor Pietro Santoro, Graziano Marcovecchio presidente NSG Pilkington Italia, Marinella Sclocco assessore regionale alle politiche sociali e Germano D’Aurelio in arte N’Duccio, Raimondo Pascale

Una sala gremita, ha ascoltato le parole che i relatori hanno usato per elogiare l’ultima opera di Domenico Di Stefano, che ha affermato che questo libro è stato un modo per mettere in ordine i ricordi del passato per comprendere meglio il presente e lavorare sul futuro. Monsignor Santoro ha infatti affermato nel suo intervento che “non c’è tempo senza memoria, e non c’è memoria senza tempo”, per questo “dobbiamo tutti recuperare il tempo dell’anima per far dimorare il passato”.

E’ un libro corale, dove decine di personaggi, “veri” si susseguono con le loro storie, ed attraverso di esse, narrano la storia di una città.

Graziano Marcovecchio, ha parlato delle decine di piedi buoni che la nostra città ha saputo creare.  Storie di piedi buoni narra la storia di una palla persa a centro campo, di un’occasione persa, parla della necessità del gioco di squadra per il raggiungimento del risultato, perché i singoli non possono arrivare da soli alla porta, i piedi buoni trovano sempre e comunque una nuova occasione per segnare, per giungere al risultato.

Marinella Sclocco ha puntato l’attenzione sulla figura politica nel libro, di quei politici che non sono capaci di ascoltare tutta la città. Quando un capitano non ascolta tutta la squadra, la squadra smette di sentirsi tale e si sfalda.

Storie di piedi buoni è un libro come afferma il suo autore che “richiede una grande esigenza di solidarietà, per dire a tutti noi che la partita continua”.

Foto di Antonino Vicoli

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