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Si al Referendum contro le trivelle

Nonostante il dietrofront della regione Abruzzo, la consulta ammette il referendum contro le trivelle

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La regione Abruzzo si è tirata indietro all'ultimo minuto, eravamo una delle dieci regioni proponenti i quesiti referendari contro le trivellazioni in mare, ma alla fine quando stava arrivando il goal, abbiamo preso la palla e ce ne siamo tornati a casa, dicendo noi non giochiamo più.

La Consulta ieri si è pronunciata, dando il suo assenso ad uno dei sei quesiti referendari proposti nel settembre 2015. La regione Abruzzo ha ritirato la sua adesione ad inizio gennaio, con un'azione di Giunta, senza passare dal Consiglio Regionale, che aveva dato il suo assenso alla presentazione dei referendum, (leggi).

Ieri la decisione della Consulta, presa in poco più di tre ore. Si alla richiesta delle regioni di sottoporre a referendum la durata delle esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già concessi. Tra queste anche quelle alle Isole Tremiti che hanno suscitato la levata di scudi di decine di associazioni, compreso il comitato NOTRIV nato a San Salvo (leggi).

Il Referendum si terrà a giugno, in concomitanza delle elezioni amministrative, e in assenza di provvedimenti del Governo, si ha la certezza della vittoria.

Ad oggi, la legge dice che le concessioni sono legate alla Â«durata della vita utile del giacimento». Si pensi che i vari "Rospi presenti nei mari antistanti le nostre coste, sono lì da quasi 40 anni, la prima concessione di Rospo a mare, ad esempio, risale al 1981, rinnovata per altri dieci anni nel 2008, scadrà nel 2018, (leggi).

Oggi circa il 50% di territorio regionale è interessato da attività legate alla ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi: sono ormai coinvolti tre quarti dei comuni abruzzesi, dove risiede quasi l’80% della popolazione regionale. E se sulla terraferma la situazione è allarmante, a mare non migliora: quasi 6.000 chilometri quadrati di mare antistante la costa abruzzese sono interessati da permessi di ricerca, concessioni ed estrazione di idrocarburi.

Con questo quesito referendario si potrà finalmente mettere un punto anche temporale,al di là del quale la nostra Regione dirà che le fonti energetiche vanno trovate altrove in un modo che sia ecosostenibile.

L'appuntamento a San Salvo, rimane il 24 gennaio, in piazza Papa Giovanni XXIII, per far comprendere anche le ragioni di questo referendum.

 

 

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