Eliana D'Adamio conosce Giovanni Bruno a soli 15 anni, nell'anno in cui Giovanni apriva lo storico Bar Bruno.
Una storia d'amore che nasce con un'attività e con essa percorre le tappe più importanti di una famiglia.
Il Bar Bruno storico bar di corso Umberto, apre alla vigilia di Natale del 1964. Giovanni figlio di Giuseppe il barbiere, prende una parte dei locali del padre e ne fa un bar. Dopo anni passati a Bergamo a fare il sarto in un laboratorio, vuole tornare a casa. Conosce Eliana, figlia di contadini, giovane sarta anche lei e se ne innamora, dopo soli due anni si sposano.
Il bar va bene, è al centro della città , in corso Umberto passavano tutti, messo lì tra il comune e piazza San Vitale, dove si fermavano tutti gli autobus pieni di studenti ed operai. Erano gli anni del boom economico a San Salvo, la città cresceva, animata da passioni politiche ed economiche.
I comizi, le feste, accadeva tutto nella piazza del paese e lì c'era il bar Bruno.
Giovanni cominciò a lavorare in fabbrica nel '71, Eliana continuò l'attività , divisa tra gli impegni di madre con Gabriella e Alessandra e quelli lavorativi. Il bar divenne una seconda casa, gli amici i parenti, era lì che li si incontrava.
Si apriva alle sei del mattino e si chiudeva a notte fonda, a servizio di studenti ed operai, le corriere arrivavano dall'entroterra cariche di studenti e manodopera per una città che cresceva in fretta. La spuma, le pizze, birre e caffè, poi i tavolini pieni di uomini impegnati nel gioco delle carte, tra un tresette e il commento dell'ultimo comizio.
Nel pomeriggio un brulicare di ragazzini, intenti a mangiar caramelle, sentire il jukebox con le ultime canzoni ed a giocare con i primi giochi elettronici di Tumini.
Era un via vai di gente, un luogo di incontro il bar Bruno. Poi il lento svuotarsi, non solo di un bar, ma di un intero centro.
Eliana ne parla con malinconia, loro l'età per chiudere quella porta, l'hanno raggiunta da tempo, assistendo ad un cambiamento non dovuto all'apertura o alla chiusura del traffico, ma sociale, ma non desistono.
Eliana e Giovanni ci parlano di un tempo in cui la gente amava incontrarsi, anche per scambiarsi idee, magari a volte in modo duro, ma lo si faceva faccia a faccia e poi ci si stringeva la mano e ci si lasciava con un saluto, i ragazzini che uscivano, erano seguiti dai genitori, ogni domenica era festa, il bancone per i gelati non bastava, i tavoli per sedersi mancavano sempre.
Oggi Eliana e Giovanni aprono alle 8.00 e chiudono a malincuore alle 20.00, in un corso vuoto.
Una vita vissuta insieme, dietro ad un bancone, ad ascoltare e a guardare il mutare di un paese e della sua gente, attenti osservatori di una città che attraverso un buongiorno davanti ad un buon caffè, hanno contribuito a far crescere.