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I voti dei cacciatori potrebbero spostare gli equilibri. Centrosinistra nel mirino.

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SAN SALVO - Continua la polemica nel mondo venatorio, innescata dalla recente uscita di un fantomatico documento regionale, Linee guida per la gestione faunistica degli ungulati nella Regione Abruzzo. E gli strascichi delle polemiche potrebbero avere inaspettati risvolti politici. I cacciatori iscritti all'Enalcaccia infatti, molto numerosi nella città di San Salvo, sono in stato di agitazione, e minacciano addirittura di far pesare il proprio malcontento in occasione delle prossime elezioni amministrative nella città adriatica. L'imperativo è: mai più i nostri voti alla coalizione appoggiata dai Verdi. E la stessa situazione che va delineandosi per San Salvo, potrebbe verificarsi ad Atessa e negli altri centri del chietino interessati al voto di maggio. In sostanza, i cacciatori fanno quadrato, si organizzano, e per difendere i propri interessi concentreranno il proprio voto su quei partiti che hanno dimostrato di saper meglio gestire la materia venatoria, cioè sul centrodestra. Un annuncio da non sottovalutare, visto il numero di iscritti alle associazioni venatorie e a tutti i voti collegati, quelli di parenti e amici, che ciascun singolo cacciatore è in grado di dirottare. Tornando al documento della Regione, esso viene definito dall'Enalcaccia ''un dettato impositivo''. ''Il contenuto contraddice il titolo, - scrivono i responsabili Enalcaccia - infatti, le norme puntuali sono l'antitesi della gestione, contraddicendo quanto affermato dalla legge 157/92 e la L.R. n° 10 del 2004. L'assegnazione delle zone alle singole squadre non tiene conto prioritariamente della residenza dei singoli cacciatori, ma introduce il sistema meritocratico ponendo ulteriori dubbi ed interrogativi''. ''Maggiore è stata l'insoddisfazione dei cacciatori che non praticano la caccia al cinghiale, - continua la nota dei cacciatori - i quali ritengono che questo regolamento li releghi a praticare la caccia in territori marginali''. Altro punto dolente l'istituzioni di corsi obbligatori per i cacciatori di cinghiali, che ''rappresenta un eccesso per soggetti abilitati all'esercizio venatorio con regolare esame, ed anche di elevata difficoltà, dopo aver esercitato per decenni questo tipo di caccia''. Con questo documento regionale, che secondo i cacciatori è stato imposto dai Verdi, ''si tende di fatto a non a voler gestire la caccia, ma ad eliminarla''. Insomma, politici avvisati, i cacciatori questa volta voteranno a destra.
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