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“Lu pane de case” (il pane di casa)

Le ricette dei contadini della provincia di Chieti

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Una volta tutti o quasi facevano il pane in casa. Era il cibo a più basso costo che riempiva la pancia, anche se non si aveva altro. Nonostante l’essenzialità degli ingredienti, si sposava bene con ogni altro cibo, tant’è che è stato coniato il termine “companatico” che significa appunto “ogni cibo che si accompagna al pane durante i pasti”. A chi non piace fare la “scarpetta” con il suo sughetto preferito?

Le donne solitamente facevano il pane una volta a settimana e doveva bastare per l’intero periodo. Il tempo era scandito con diversi appuntamenti settimanali, esempio, lunedì dedicato al pane, martedì ai panni, mercoledì in campagna e via di seguito. Siccome gli impasti del pane avveniva tutto a mano e in grossi quantitativi più donne (solitamente vicine e parenti) si mettevano d’accordo per aiutarsi a vicenda. Mia mamma raccontava che avevano sempre da parte un pezzo di lievitino che serviva per rifare il pane e il giorno prima del giorno dedicato alla produzione di questo importantissimo alimento, lo rimescolavano con altra acqua e farina. Lavoravano a mano l’impasto per almeno un paio d’ore dentro la cosiddetta “Msell d lu pan” che era un contenitore di legno di circa due metri di lunghezza per ottanta centimetri di larghezza e profondo un trentina di centimetri. Le dimensioni lasciavano lavorare anche quattro donne insieme. Dopo un primo processo di lievitazione veniva diviso in pezzi (le pagnotte)di circa due chili, fatto un intaglio a croce per favorire la cottura uniforme e dopo una seconda lievitazione veniva portato nel forno del paese per la cottura. Per non farlo seccare veniva poi conservato in appositi mobili contenitori con uno sportello che si apriva dall’alto e avvolto dentro canovacci tessuti a mano.

Le “Donne in Campo-Cia”, principale Associazione italiana di imprenditrici e donne dell’agricoltura, della provincia di Chieti hanno racchiuso le ricette della cucina tradizionale in una guida dal titolo “Il cuore della Rondinella” che si è aggiudicato il primo premio "Italia da conoscere, narrazione del territorio" promosso dall'Associazione Italiana del Libro in collaborazione con il sistema Res Tipica. Per riscoprire queste ricette semplici e salutari, sansalvo.net propone ogni mercoledì una di queste ricette. Ecco l’undicesima ricetta, il pane di casa. 

Ingredienti

7.5 chili di semola di grano duro integrale (a piacere sostituire con un chilo di patate o un chilo di farina di mais), 5 litri di acqua, 250 grammi di lievito madre, 5 cucchiai di sale fino.

Procedimento

Setacciare la farina per eliminare la crusca più grossolana. Mettere in ammollo il lievito in 1,5 litri di acqua tiepida e miscelare con un chilo di farina. Fate riposare per ventiquattro ore. Lavorate e fate riposare in posto calmo e tiepido per 2 ore (arennuvà lu levite). Aggiungere mezzo litro di acqua e un chilo di farina, fate riposare per altre 12 ore. Aggiungete tutta la farina, il sale e l’acqua restante. Ammassare bene e lasciare lievitare tre ore sotto una coperta di lana. Tagliare la massa in pagnotte ovali di circa 2 chili, non dimenticare di fare con il coltello una croce nel mezzo. Cuocere nel frono a legna per un’ora dopo di che girare le pagnotte e farle cuocere un’altra mezz’ora. Il pane fatto in casa si serve in grosse fette cosparse di olio di oliva (lu pane onte).

Le patate o la farina di mais venivano aggiunte per rendere il pane più morbido e conservabile, ma non sono necessarie. Per preparare le bruschette abruzzesi mettere sul pane uova e peperoni strapazzati e ben conditi con basilico. Il pane raffinato era detto “pane sciotte” cioè pulito.

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