Laureati? Non sappiamo che farcene. Alle aziende del Vastese interessano poco. La manodopera specializzata, molte volte, non rientra nei piani. Angelo ha 26 anni, è di Vasto e si è laureato in economia all'università ''Gabriele D'Annunzio'' di Pescara con 108/110 due anni fa. Dovrebbe avere un futuro radioso. Invece, dopo essersi perso nella selva dei concorsi con migliaia di partecipanti, si è messo la tuta da operaio: ''Ho provato - racconta - ad accontentarmi. Per un periodo, ho lavorato a singhiozzo in fabbrica. Operaio generico: facevo due giorni nei fine settimana, poi mi licenziavano, poi ne facevo altri due la settimana dopo. Fino a quando non mi è capitata l'opportunità di un'assunzione per tre mesi. In quel momento, ho scoperto che non rientravo più nei piani dell'azienda. Dopo aver superato il test scritto ed il colloquio, mi hanno detto che non cercavano laureati. Che i laureati non possono fare gli operai. Non ho ancora capito il perché''. Nella galassia del precariato, succede anche questo. Nella memoria del computer del Centro per l'Impiego di Vasto, dove si lavora per trovare il posto a chi non ce l'ha, ci sono tutti i nomi: 20 mila 100 iscritti, tra Vasto e i 29 Comuni del comprensorio, alla fine di marzo, di cui 11 mila 284 tra inoccupati (quelli che cercano la prima occupazione) e disoccupati (quelli che il posto l'hanno perso). Ad ogni nome corrisponde una storia personale. Scorrendo i dati, consultabili grazie alla collaborazione di Deborah Ventrella e Lucrezia Longhi del Centro per l'impiego di Vasto, diretto da Giovanni Trovato, si evince una realtà che è dura per le donne e per gli ultratrentenni. Delle 11 mila 284 persone che, alla fine del mese scorso, risultavano nelle liste dei disoccupati e degli inoccupati, 7 mila 834 hanno superato i 30 anni, mentre meno della metà , 3 mila 450, rientrano nella fascia dai 18 ai 30. Rimane più difficile per le donne trovare un'occupazione: sono 2 mila 500 nella fascia al di sotto dei 30 anni, contro i 1700 uomini; 4 mila 700 le ultratrentenni in cerca di un posto, contro i 1.800 uomini. In termini percentuali, il dato si traduce, tra i più giovani, nel 68 per cento di inoccupate e nel 54 per cento di disoccupate. Nei meno giovani, la tendenza rimane la stessa, ma si accentua: 78 per cento di donne contro il 22 di uomini tra gli inoccupati, 64 a 36 le percentuali, ripartite per sesso, tra i disoccupati. Dati che hanno un significato: la questione occupazionale, nel Vastese, non è solo quella legata ai posti che già ci sono e vanno salvati, come alla Denso che, per i sindacati, è la 'madre di tutte le vertenze'. E' anche quella di chi vorrebbe lavorare, ma non può.