Auro Zelli è un cantautore sansalvese per adozione che fino ad oggi ha composto oltre 700 opere musicali (canzoni, sigle, musiche, colonne sonore, ecc.). “L’ispirazione vera proviene da Dio che in qualche modo ti usa in quel momento per comunicare qualcosa”.
Anche se figlio di “meridionali” ed è nato a Torino, dall’età di 17 anni è diventato un sansalvese soprattutto perché si è innamorato del paese che l’ha accolto.
La sua passione per la musica nasce da piccolissimo. Il suo papà aveva una radio a valvola e lui restava incantato ad ascoltare le hit parade. Durante le vacanze a Riccione, in un locale che si chiamava “La vecchia America”, a soli sette anni Auro cantava le canzoni di Gianni Morandi e Celentano (una sorta di “ti lascio una canzone “) incantando i presenti sopra una sedia con la sua simpatia di un bambino piccolo e la sua “faccia da schiaffi”.
Dopo qualche Natale, la mamma gli fa un regalo davvero speciale, una chitarra classica. E così comincia a prendere le prime lezioni di musica con un maestro molto austero. Nello stesso anno compone anche la sua prima canzone d’amore “Tu non sai cos’è per me”. La prima persona cui la fa ascoltare è il suo papà. A Torino si è esibito in varie occasioni in pubblico. Nel 1987 si trasferiscono a San Salvo per motivi di salute del padre. Passare dalla grande città a un paesello com’era all’epoca San Salvo, non è stato facile ma c’erano due cose, il mare e la parrocchia di San Nicola con Don Piero (l’attuale monsignor vescovo di Avezzano), Maria Giulia Moretta e tutti i parrocchiani che l’hanno fatto sentire a casa.
Dopo solo un anno la famiglia Zelli è stata colpita da una grande tragedia, il papà muore in un incidente sul lavoro. Quel papà che era il suo più grande fan e il suo più grande punto di riferimento, non c’era più. Il giorno dopo ha scritto una canzone per lui “Le tue mani” e che poi ha cantato al concerto alla villa comunale dopo un paio di mesi.
Nel 1990, l’amico Raffaele Bellafronte (attuale direttore artistico del teatro Rossetti di Vasto) gli propone di partecipare a un provino per Radio Delta Uno che cercava un cantante per la tappa del centro-sud. All’epoca gli smartphone non ancora esistevano e dopo un paio di giorni vide davanti l’ ingresso di casa dei giornalisti del Tempo, Messaggero e Centro. Nel vederli si preoccupò (aveva da poco perso il papà). Invece erano lì perché avevano appreso in anteprima la notizia che era stato preso al provino di Radio Delta 1 e l’indomani doveva partire per Roma.
Da lì sono cominciati tutta una serie di presenze in trasmissioni Rai di rilievo come Castrocaro, Sanremo, Partita Doppia e ha lavorato con i più grossi nomi della musica e dello spettacolo, quali: Mike Buongiorno, Pippo Baudo, Giancarlo Magalli, Renato Zero, Gianni Morandi, Alex Baroni, Alex Britti, Oro, Luisa Corna, Maria Teresa Ruta, Melba Ruffo, Gino Landi, Michele Guardì, Federico Capranica, Gianluca Pirazzoli, Marco Robotti, e tantissi altri.
Ha partecipato a numerosi concorsi canori con risultati che rendono giusto merito al suo lavoro.
In tali circostanze ha avuto modo di stare in contatto con persone di un grosso calibro artistico e umano e da cui cercava di apprendere quanto più possibile. Paradossalmente più erano grandi e più volevano diffondere il loro sapere senza alcuna forma di gelosia. Gli artisti che più sono entrati nel suo cuore sono stati il compositore Ennio Morricone che sa comporre delle opere sublimi rendendo semplice l’impossibile, e Domenico Modugno con il quale ha avuto la fortuna di cantare insieme “Volare”. Modugno anche se non aveva una grande conoscenza delle note era un vero artista. Quando la sua malattia avanzava e stava già sulla sedia a rotelle, quando gli chiese come stesse, rispose "il mio più grande cruccio è non riuscire più a scrivere”.
Col tempo Auro ha scoperto che il suo più grande talento è scrivere musiche, canzoni e arrangiamenti. “Oggi preferisco scrivere e stare dietro le quinte.
Ha tre grandi sogni: scrivere le musiche di un film, realizzare un musical su una fiaba per bambini già scritto insieme a Maria Antonietta Labrozzi e che l’Anfiteatro della Villa Comunale di San Salvo (“definita da molti come una cattedrale nel deserto e invece frutto di un grande sogno e intuito”) possa diventare un punto di riferimento per la cultura, la musica e l’arte non solo di San Salvo ma per l’intero territorio, un luogo che ospita saggi, convegni di grande respiro, e con persone che abbiano il coraggio di osare e con competenza e professionalità. "Sono certo che se coordinato in maniera passionale e professionale il Teatro può diventare lo snodo culturale di tutto il territorio e motivo di ricchezza anche economica per San Salvo.Per fare questo però è fondamentale la concertazione di tutte le energie e competenze. Bisogna credere nel progetto e remare tutti e sottolineo TUTTI in un unica direzione."
Lo stupore dell'arte è l'incoscienza d'aver reso semplice l'impossibile. (Auro Zelli)