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Guardiamo Maria: è come calamitata dalla presenza di Cristo

Commento al vangelo

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XVI domenica del t.o.c

(Gn 18,1-10; Sal 14;  Col 1,24-28; Lc 10, 38-42)

“Chi sceglie la parte migliore”

In questa XVI Domenica dobbiamo porre la nostra attenzione sul valore della preghiera: non quella “come un pappagallo”, ripetuta a memoria, ma quella “fatta con il cuore” che porta «a guardare il Signore, ad ascoltare il Signore, a chiedere al Signore». Pregare significa aprire la porta al Signore affinché possa fare qualcosa per risistemare la nostra vita.

Il modello da seguire è l’atteggiamento di Maria, una delle due donne che avevano ospitato Gesù nella loro casa. Maria, infatti, si ferma ad ascoltare e a guardare il Signore, mentre Marta, la sorella, continua a occuparsi delle faccende di casa.

«Di una cosa sola c'è bisogno». È proprio questa certezza che è quasi smarrita, assente in noi e tra noi. Per questo la Chiesa non è più forte, per questo la nostra unità non è più forte, perché questa grande certezza non è vincente nel nostro cuore. «È una sola la cosa», ma cos'è?

Noi siamo tentati di stare dalla parte di Marta. Viene spontaneo di chiederci: «Ma perché Gesù la rimprovera? Da prova di generosità, di buon senso». È difficile capire questa pagina di Vangelo, perché in fondo anche noi siamo convinti che la cosa di cui c'è bisogno sia sempre qualcosa che dipende da noi. Che sia, di volta in volta, la nostra generosità, la coerenza, il buonsenso, l'intelligenza, il potere o il successo. Siamo convinti che la riuscita, il buon esito della vita dipenda da noi, dall'uomo. E così la vita è un affannarsi continuo, un rincorrere affannosamente quello che di volta in volta ci sembra la cosa più importante.

Crediamo che quando due si sposano quello che conta sia che si vogliano bene, e quan­do uno muore che ci sia tanta gente e sia ricordato, e quando uno ha finito le scuole che trovi un posto di lavoro, ma tutto questo prima o poi ci sarà tolto, perciò non è questo l'essenziale, non è questa la sola cosa di cui c'è bisogno. Tutto questo è assolutamente parziale e Cristo contesta questa parzialità, questa insufficienza: «Ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ti dai tanto da fare, magari vuoi fare bella figura e poi?». Ma cos'è quest'unica cosa che conta?

Guardiamo Maria: è come calamitata dalla presenza di Cristo, Lo ascoltava e pregava con il cuore.

Ecco cosa vuole dirci oggi il Signore. Il primo compito nella vita è questo: la preghiera. Ma non la preghiera delle parole come i pappagalli, ma la preghiera del cuore», e noi sappiamo che la preghiera esaudisce le nostre richieste, fa i miracoli davanti ai nostri problemi. Ma ci sono anche persone, come ognuno di noi, pessimiste.  Queste persone dicono: “niente si può cambiare, la vita è fatta così”.  Questa è una visione «un po’ pessimista della vita» che ci porta a chiederci: «Ma, allora, perché pregare? Ma lascia perdere…la vita è fatta così! Andiamo avanti. Facciamo quello che possiamo». È questo l’atteggiamento avuto da Marta, è il nostro comportamento di egoisti e di esperti nel giudicare solo le apparenze e non guardare la realtà con il cuore. Questo è quello che accade quando non preghiamo: è chiudere la porta al Signore così da non farlo entrare nel nostro cuore.

“Allora, di una sola cosa c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.

Quest'unica cosa è vivere una Presenza! Potrebbe succedere di tutto, ma niente ci separerà dall'amore di Cristo.

Niente e nes­suno ce lo potrà mai togliere: è una gioia invincibile. La verità è un incontro e noi la possediamo, perché ne siamo posseduti. Amen.

 

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